Dodici capitoli e un'appendice importante. Il libro di Evangelina Himitian, Francesco, il Papa della gente, Bur, inizia con uno stile giornalistico dal ritmo incalzante.
"Quando il volo Alitalia si alzò dal suolo argentino martedì 26 febbraio 2013, Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, avvertì una strana inquietudine. Erano le 14,15 e l'aereo era appena decollato dall'aeroporto internazionale di Ezeiza, in perfetto orario".
La giornalista argentina, vaticanista della "Naciòn" ama i dettagli e il suo libro ne è pieno. "Ho avuto l'opportunità di intervistare Bergoglio in diverse occasioni e circostanze ma, in un momento in cui abbondano gli aneddoti di chi dice di averlo conosciuto molto bene, il mio è solo un contributo minimo".
Non è così. Con garbo ironizza sui tanti "esperti" bergogliani, ma lei lo conosce davvero bene il Papa della gente. Il libro è molto più di una ricca biografia. L'autrice entra in tanti aspetti della vita di Bergoglio, ma lo fa sempre contestualizzando la sua storia. Lo si capisce scorrendo i titoli dei dodici capitoli. Alla Himitian interessa far conoscere al lettore il perché di tante scelte di Bergoglio, dove affondano alcune sue caratteristiche, qual è la sua visione della vita cristiana e della Chiesa.
"Papa Francesco è convinto - si legge spesso nel libro - che chi sperimenta ogni giorno la povertà viva la religiosità e la fede con molta più intensità, al punto da eleggere gli ultimi a modello di spiritualità per tutti gli altri".
Bergoglio non è mai stato un pastore progressista. Anzi, è stato sempre considerato un conservatore e nelle ore subito dopo la sua elezione venne accusato di essere addirittura coinvolto con la dittatura di Videla. L'autrice su questo fa un'operazione importante sia nel corpo del libro, che nell'appendice, riportando molte testimonianze e documenti su come siano andate realmente le cose. Bergoglio è sempre stato dalla parte degli ultimi e non solo per alcuni suoi comportamenti, come quello di andare in strada ad incontrare gli ultimi, quanto per scelte coraggiose a difesa di molti perseguitati dal regime militare.
Ne viene fuori una figura reale, non edulcorata. Un pastore rigido e duro su alcuni punti teologici e sociali. L'autrice non nasconde niente del pensiero di Bergoglio e questo fa del suo libro un lavoro autentico e utile per conoscere più da vicino il nuovo Pontefice.
Straordinari i capitoli sulla teologia della liberazione e sull'ecumenismo dell'arcivescovo argentino. Bella anche la ricostruzione dei due Conclavi. Sono pagine che parlano più dell'Italia e degli intrighi interni ai poteri in Vaticano. Il libro in questa parte è coraggioso perché si addentra in questioni ancora aperte e delicatissime. Lo fa sempre con cura e affetto verso il Papa.
"Non era il favorito. - scrive la Himitian - Il suo nome non risuonava nelle agenzie di scommesse né tra i vaticanisti. Tuttavia Bergoglio è sempre stato il «candidato»".
Il poderoso libro ha un'anima Argentina con qualche inflessione latino americana, e a questo è dedicato un intero capitolo. Quando si finiscono di leggere le trecento pagine si ripensa al sorriso di questo settantaseienne che si sta prendendo il peso della Chiesa sulle spalle. La sua semplicità e il suo augurare "buon pranzo", come un nonno attento e gentile. Bergoglio non è solo questo e il lavoro della Himitian è davvero utile per conoscere più in profondità il nuovo pastore del mondo cattolico, e non solo.
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