A volte le fascette che presentano un libro riescono a ben condensare il contenuto. Soprattutto quando sono scritte con l'anima. È il caso di Franca Valeri con "L'erotismo di Oberdan Baciro" di Lelio Luttazzi. "Ironico, forse cinico, ma sentimentale. Lelio si vendica in questo libro del ragazzino che era in lui".
Una dolcezza che lascia intendere tutta l'intimità che passava tra i due. Il libro di Luttazzi stupisce e disorienta. Una scrittura completamente diversa, ma ricorda lo spirito di Aldo Nove, con quella capacità di entrare nell'animo del bambino e far vedere il mondo con i suoi occhi.
Luttazzi resta più austero, più "colto", davvero triestino, dove Oberdan si ritrova a crescere con al centro solo la sessualità già dalla più tenera età fin ai diciotto anni. Solo cenni veloci alla relazione con una madre nevrotica, autoritaria e manesca, sofferente ella stessa nel dover crescere da sola un bambino. Luttazzi mette al centro sempre le riflessioni e le azioni sessuali del piccolo e giovane Oberdan. Oltre a questo piccoli affreschi della città degli anni Trenta e la profonda avversione al fascismo e ai suoi riti.
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