Quando oltre un quarto dei tuoi lettori legge il tuo giornale con uno smartphone o un tablet il “gioco” è davvero cambiato. Possiamo dibattere quanto vogliamo, ma viviamo un’altra epoca non solo rispetto alla carta, ma anche al web. Non stiamo parlando del futuro, ma del presente. L’evoluzione è rapida e la parola cambiamento quasi non esprime completamente la rivoluzione che stiamo vivendo.
Molti giornalisti non hanno ancora avuto un vero approccio rispetto ai social che già siamo in una nuova fase.
La descrive con maestria e grande chiarezza Lillo Montalto Monella nel suo e-book, Real-Time Journalism, Il Futuro della Notizia tra Liveblog e Coinvolgimento, informant.
Un po' saggio, un po' manuale il lavoro dell'autore è davvero prezioso per conoscere complessità e opportunità di questa fase della professione giornalistica.
Sveliamo subito chi è l’assassino pubblicando la chiusura del suo lavoro.
Lillo, dopo varie esperienze in giro per il mondo, collaborazioni da freelance con varie testate, e una formazione professionale e scolastica anglosassone, da meno di un anno lavora a Scribble. La società canadese, con sede a Londra, è leader per quanto riguarda il liveblog.
“In tempi di sconvolgimenti economici e politici, - scrive l’autore - il liveblog può non solo venire incontro a quel cambiamento temporale e spaziale nel consumo di notizie da parte del lettore, ma può parimenti offrire livelli di partecipazione e trasparenza che meglio si adattano alle contemporanee esigenze di democrazia”.
Uno strumento che ben si confà a questa fase davvero nuova e complessa per il lavoro giornalistico. “Una volta - scrivevamo in un articolo ripreso all’interno dell’e-book - c'era solo il web; poi è subentrata la parte video, poi quella social, e ora anche il tempo reale, che interviene con caratteristiche diverse da quelli precedenti. [...] Parliamo di quella che Riotta chiama "convergenza" fra questi 4 diversi sistemi. Tutti devono interagire, ciascuno con le sue peculiarità. Fare convergere tutto - dal punto di vista della fruizione - è però complesso”.
Ce ne stiamo accorgendo con il nostro 141tour, dove al centro del lavoro c’è proprio il liveblog, ma questo non è un solista, ma il direttore di un'orchestra che comprende l’articolo classico, con un suo spazio definito nel giornale con i suoi tag e tutti i supporti tradizionali del nostro lavoro; i social e i video. Tenere insieme la narrazione permette a ogni contenuto di poter raggiungere pubblici diversi che vengono via via stimolati a entrare in relazione con tutti gli strumenti.
Il live blogging è una risposta straordinaria e il libro di Lillo lo sottolinea non solo grazie a riflessioni teoriche, ma con argomentazioni molto concrete. È uno strumento eccezionale perché permette “aggiornamenti in tempo reale senza bisogno di cliccare F5, multimedialità, presenza di elementi informativi presi dai social media, tono informale, partecipazione attiva di una comunità di lettori, contemporaneità di accesso e produzione di contenuti da parte di diversi giornalisti”.
La competenza dell’autore, maturata sul campo, sia per quanto riguarda la professione, che il rapporto con i lettori, che quella con le redazioni permette a Montalto di centrare con estrema chiarezza i temi portanti del nuovo modo di affrontare il giornalismo. I social sono una parte vitale del nostro lavoro oggi.
“Se il click può arrivare per una serie di diversi fattori (posizione in pagina; viralità dell’argomento; foto copertina morbosa ecc.), l’engagement non cresce sugli alberi: è dato dal formato in cui la storia è narrata e dall’attività dialogica che le fa da contorno. Fare community è l’unico modo per fidelizzare il lettore che, ragionevolmente tornerà a seguire il liveblog anche in un secondo momento”.
Real-Time Journalism fa i conti con il tema centrale del nostro lavoro: la narrazione e la sua relazione con gli strumenti a disposizione.
“Colui che narra la storia deve inoltre prestare attenzione a mantenere una corretta proporzione fra materiale social, contenuto editoriale e commenti degli utenti: i tre protagonisti di ogni liveblog che si rispetti”.
Il libro di Lillo Montalto è da “addetti ai lavori”, ma godibile anche da chi vuole conoscere l’evoluzione di una professione. Varesenews è onorata di far parte di quella schiera di case history di altissimo livello. Basti pensare, solo per citarne alcuni, ai liveblog della Reuters, per il terremoto e tsunami giapponese del 2011; al New York Daily News per l’uragano Sandy, nell’ottobre 2012; a La Stampa per il Conclave papale; al The Independent per la Champions League Final; o al New York Times per la notte degli Oscar. Per una volta il locale assume una rilevanza assoluta e il progetto 141tour di Varesenews entra in ben quattro capitoli del libro sia per le tecniche, che la strategia, che l’engagment con la comunità, che il possibile modello di business.
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