Uno dei problemi seri è il reperimento dei dati, soprattutto in materia di giornalismo online. Le ricerche, e l'ultima pubblicata nel post di Pierluca non fa eccezione, raccontano come vanno le cose per le grandi testate. In Italia un lavoro straordinario, su diffusione dei social, insieme con Santoro, lo fa Vincenzo Cosenza. Ma siamo sempre lì. Si parla di grande realtà.
Forse noi "piccoli" dovremmo per una volta smetterla di fare i calimeri, e iniziare, con trasparenza, a raccontare come vanno le cose con un'altra angolazione. Nasce da questa riflessione Glocalnews, il festival del giornalismo e comunicazione digitale locale.
Quando andiamo a guardare dentro i numeri, poi ci accorgiamo, almeno come Varesenews, che tanto piccoli non siamo, e che forse potremmo contribuire seriamente a un dibattito importante su cosa realmente accade in Rete. Anche perché noi possiamo confrontarci con la comunità locale conoscendone molti aspetti e potendo capire in modo più concreto come funziona. Da qui possono nascere altri passaggi utili per possibili modelli di business.
Purtroppo spesso succede che i "piccoli" sono tutti occupati a fare e hanno poco tempo per studiare e analizzare. Figuratevi poi per teorizzare. E così continuiamo a leggere del NYT, del Guardian, del WP e quando va bene del Corriere, Repubblica e La stampa.
Ma veniamo alla sollecitazione ultima di Santoro (a cui va un grazie per la citazione a Varesenews).
La storica testata varesina lavora ancora oggi un po' da "apprendista stregona" con i social.
Sono quattro anni che abbiamo una discreta presenza su Facebook, Twitter e YouTube. Nessuna azione su Google+. Il nostro è sempre stato un lavoro un po' empirico, ma facendo anche attenzione alla formazione interna con l'ausilio di diversi formatori esterni.
Per quella trasparenza di cui prima si parlava, riporto alcuni dati del mese di luglio.
Le visite sono state 2.744.397 con una media giornaliera settimanale di quasi 100mila e nel week end di 60mila. Per un sito il dato più importante sono poi i referrer, ovvero le provenienze. Varesenews ha sempre avuto una performance eccezionale, perché oltre due terzi delle visite sono dirette, ovvero lettori che hanno il giornale come pagina di apertura o nei preferiti. I social fanno tra l'8 e il 10% del traffico globale. Il resto se lo spartiscono i link da altri siti e i motori di ricerca. Da notare, per questi ultimi, che oltre il 60% cercano, con parole chiave differenti, Varesenews.
Arriviamo così a considerare i social dove potete vedere che Facebook la fa da padrona con circa il 95% delle visite. Twitter sta crescendo, ma ha ancora una scarsa incidenza. Le ragioni le studiamo da sempre, e non sono solo legate ai like e ai followers, che certo incidono. Molto dipende da come noi lavoriamo, ma quello che più colpisce è la diversa forza che hanno i diversi social rispetto al territorio e gli argomenti a cui si riferiscono.
Quanto più si va nel dettaglio della localizzazione, questi sono meno utilizzati per comunicare su quel determinato argomento. Per capirci meglio con #Dumenza, paesino in mezzo a una valle, nel 2013 trovate solo dieci tweets. Riprenderemo questa analisi, perché è chiaro che il discorso non si esaurisce così, ma l'idea è quella che sia arrivata l'ora dove si possano avviare studi e ricerche che possano comprendere anche il local e l'iperlocal. Ci aiuterebbe a conoscere e forse anche capire meglio.
Perdonate il passaggio tra sacro e profano, ma anche per noi vale molto quello che scrive Evangelina Himitian autrice di Francesco, il Papa della gente. "Papa Francesco è convinto - si legge spesso nel libro - che chi sperimenta ogni giorno la povertà viva la religiosità e la fede con molta più intensità, al punto da eleggere gli ultimi a modello di spiritualità per tutti gli altri".
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