Non c'è niente da fare. In fatto di commedie abbiamo da imparare molto dai francesi. Sono più leggeri, meno complicati e direi anche più originali.
Il mio migliore incubo non è eccezionale, ma carino e godibile. Esalta al massimo le contraddizioni e i tic di ogni personaggio. Agathe, algida direttrice di una fondazione artistica, definita dal compagno, importante editore, una sorta di Crudelia De Mon, vive da ricchissima. Patrick vive come può arrangiandosi con mille espedienti e sempre in affanno con i servizi sociali che gli vogliono portar via il figlio. E sarà proprio questo a permettergli di entrare nella vita della colta e ricca coppia.
Da allora per ognuno di loro niente sarà più lo stesso.
Mai melenso, mai scontato e soprattutto dissacrante. Un mix di originalità e di paradossi dove alla fine gli unici tranquilli sono proprio i figli.
Niente di speciale, ma può meritare una serata.
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