Un anno fa, con molti dubbi, sono andato a vedere Lucio Dalla insieme a Francesco De Gregori. Un tour che mi sapeva molto di nostalgia. Impossibile ripetere le atmosfere di Banana Repubblic. Mi ero dovuto ricredere subito. Fecero un concerto bellissimo rivisitando le loro canzoni e duettando in modo emozionante.
Avevo sedici anni e per me fu il primo concerto. Un Dalla quasi sconosciuto, sarebbe uscito di lì a poco "Automobili", era arrivato a prato giardino a Viterbo ed ero andato a sentirlo.
Era l'epoca dei cantautori e lui apparteneva a quella scuola bolognese che vedeva emergere Francesco Guccini e da lì a poco Vasco Rossi e, un po' più tardi Ligabue.
Sono ritornato a vederlo altre tre volte. La seconda a Travedona insieme a Gianni Morandi in un contesto naturale incredibile. Poi ancora a Varese, al cinema-teatro Impero. Un concerto delizioso poi a Vulci con un gruppo di soli strumenti a corde e fiati in acustica mescolando musica classica e suoi pezzi.
Un grande. Capace di cambiare ed evolversi in continuazione. Lascia alcune canzoni memorabili che hanno segnato generazioni. 4/3/43, Nuvolari, Come è profondo il mare, Anna e Marco, Piazza grande, Caruso, L'anno che verrà, Tutta la vita, Ayrton (dedicata a Senna) solo per citare le prime canzoni che mi vengono in mente.
Raggiunge Lucio Battisti, Fabrizio De Andrè e Giorgio Gaber nell'olimpo dei grandi.
Il video di Ayrton
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