Tra pochi giorni Facebook cambierà i vecchi profili. Lo aveva annunciato tempo fa e poi aveva prorogato la decisione. Complice qualche ora di pace, un pezzo di lavoro fatto per Varesenews, mi sono messo a riordinare pensieri e foto e così ho iniziato a realizzare il diario. Ho scelto un pezzo della mia libreria per fare la "copertina".
Se ci fate caso campeggia un pezzo di legno con una scritta di una massima del Che Guevara. "Bisogna sapersi indurire senza perdere la propria tenerezza".
Piacevole ed emozionante cercare materiali. Mancano ancora alcune tappe importanti e con questi anche tantissime persone che hanno condiviso percorsi e momenti con me. È una scelta precisa perché non trovo corretto coinvolgerle senza averne il permesso. Ma poi c'è una ragione più profonda. Io credo che Facebook sia una gigantesca piazza e pensare di tutelare la propria privacy solo perché si sta al chiuso di un localino che si affaccia sulla piazza stessa, è velleitario. Perciò io preferisco non usare protezioni più ricercate perché funzionano poco, direi quasi per niente.
È uno dei motivi del perché non metto le foto dei miei figli, malgrado ora siano grandi. Stavolta ho fatto un'eccezione perché una sola foto di loro piccoli ci può stare.
Facebook è una piazza molto particolare e credo che siamo solo all'inizio di un'era digitale. Ne vedremo tante, anche se stasera, uscendo a fare due passi con il mio amico Tino, parlando di Tintoretto, Mirò, Klimt e Brasile, tra i comignoli di una casa è spuntata la luna che ha ripreso la sua fase crescente, e che mi fa pensare che la vita ci offre davvero molto: digitale e non digitale.
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