Giulio Girardi |
Micromega e Vatican insider, una rubrica de La stampa, hanno scritto del teologo pubblicando due articoli calorosi.
Ho scoperto Girardi durante gli anni del liceo e poi ho continuato a seguirlo e a leggere i suoi libri. Grande protagonista del Concilio Vaticano II, la sua è sempre stata una voce scomoda, a suo modo eretica. Basti pensare al suo essersi levato, ormai gravemente malato, contro la beatificazione di Giovanni Paolo secondo. Una posizione dura, ma comprensibile se si pensa che Girardi nei paesi calpestati e spesso oltraggiati dell'America Latina ci ha vissuto e intensamente.
Molti libri hanno lasciato una forte influenza negli anni Settanta e Ottanta. Marxismo e cristianesimo esce nel 1966 e venti anni dopo due lavori importanti sulla rivoluzione in Nicaragua: Le rose non sono borghesi. Popolo e cultura del nuovo Nicaragua e Sandinismo, marxismo, cristianesimo: la confluenza. Poi nel 1990 pubblica, sempre per Borla, Il popolo prende la Parola. Il Nicaragua per la teologia della liberazione.
Girardi ci lascia a 86 anni, dopo un lungo periodo di malattia, ma il suo lavoro e le sue riflessioni restano un tassello importante per capire un pezzo di storia recente non solo del nostro paese e di parte (oggi quasi scomparsa almeno sui media) della Chiesa.
1 commento:
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