Sciacalli in mala fede

La prima pagina di oggi del Giornale è di quelle che ti fa passare la voglia di vivere in questo paese. Un vero schifo. Il "cretinetti" di cui parlano è ancora gravissimo e trattare così la vita delle persone è squallido. Quel ragazzo caduto dal traliccio si è rovinato la vita e fare ironia è assurdo.
Nel merito la questione è molto più delicata rispetto allo schierarsi come fossimo allo stadio.
Questa abitudine non fa onore all'intelligenza delle persone. E questo è l'altro aspetto triste della vicenda.

Due sono le domande che dovremmo porci sempre in casi come questi, anche se ora siamo in ritardo rispetto alla situazione dell'alta velocità in Val di Susa.
La prima è se questo progetto fosse necessario. Di fronte a un quasi scontato si, occorreva farsi una seconda domanda su come coinvolgere la popolazione.
Questo avrebbe allungato i tempi di avvio eventuale dei lavori, ma tanto è. Questa è la democrazia e il rispetto delle persone. In Italia invece cosa si fa? Per evitare il confronto, cone le ovvie lungaggini e con problemi di forti dissensi, si fa una legge su accordi di programmi e così tutte le comunità locali devono sottostare a quanto deciso dal Governo centrale. Alla faccia della partecipazione e delle autonomie.
Ora viene da chiedersi, ma perché non si copia dalla Svizzera? Basta guardare cosa stanno facendo con Alp Transit. Perché non si analizza quanto fanno gli altri?
Ascoltare, informare, confrontarsi e poi decidere è il corretto ordine delle azioni da fare. Se si ribaltano le posizioni di questi verbi, poi non ci si può lamentare se la popolazione insorge. Fare barricate e occupare le autostrade e le stazioni non va bene. Ironizzare, in casi come questi, diventa demenziale.
Povera Italia.