martedì 12 giugno 2012

Se ti abbraccio non aver paura


Qualcuno, non ricordo chi, mi aveva parlato di un libro che raccontava di un ragazzo autistico e del rapporto con suo padre. Ascolto sempre quando mi parlano di libri, ma sono sincero, ho grande rispetto per tutte le storie di sofferenza, ma diffido anche un po'. Per esperienza però penso che tra i libri più emozionanti, molti sono proprio storie così. Ne cito solo cinque che ritengo autentici capolavori: Lo scafandro e la farfalla di Bauby, L’albero dei mille anni di Calabrese, Con occhi di padre di Igor Samolone e gli ultimi, Fai bei sogni di Gramellini e Volevo essere una farfalla di Marzano.
Non manca nulla in quanto a sofferenza, ma sono libri di vera liberazione. Non c’è alcuna disperazione, nemmeno di fronte alla morte, che pure lascia attoniti e spaventati. 
Insomma, quel libro del ragazzo autistico resta lì, finché settimana scorsa entro in libreria per il solito regalo a un amico e vedo una copertina che mi incuriosisce. L’autore, Fulvio Ervas, non mi dice niente. Leggo la quarta di copertina di Se ti abbraccio non aver paura e resto incantato.
Lo compro e lo divoro. All’inizio non mi convince la scrittura, ma è solo perché amo altri modi, altri stili, ma poi, una volta che ci entri diventa secondaria. Il libro scorre via e passo passo dimentichi che uno dei protagonisti, Andrea, vive in un mondo tutto suo. 
Un libro che vale mille volte i discorsi più illuminati su cosa sia la differenza, sul rispetto dell’altro, sull’accettazione dell’altro. Franco vive questo viaggio con suo figlio Andrea come una ricerca di sé stesso. Una grande avventura.
Vi lascio con un passaggio toccante del libro e poi con la seconda parte della quarta di copertina perché da lì si capisce tanto. 
"Impreco ma lo amo. Non so di cosa sia fatto questo amore. Credo che un genitore non possa rispondere a questa domanda. A volte è sepolto, a volte indifferente, a volte è solo amore per sé stessi. A volte è semplicemente sentire la vita che ti attraversa. È partita da un punto, tu la prendi in consegna e la passi a qualcuno".
E sulla quarta di copertina trovate. 
“Per anni hanno viaggiato inseguendo terapie: tradizionali, sperimentali, spirituali. Adesso partono per un viaggio diverso, senza bussola e senza meta. Insieme, padre e figlio, uniti nel tempo sospeso della strada. 
Tagliano l'America in moto, si perdono nelle foreste del Guatemala. 
Per tre mesi la normalità è abolita, e non si sa più chi è diverso. 
Per tre mesi è Andrea a insegnare a suo padre ad abbandonarsi alla vita. Andrea che accarezza coccodrilli, abbraccia cameriere e sciamani. E semina pezzetti di carta lungo il tragitto, tenero Pollicino che prepara il ritorno mentre suo padre vorrebbe rimanere in viaggio per sempre”.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho visto la puntata delle Iene di qualche tempo fa, è una storia meravigliosa , un amore vero tra padre e figlio... un insegnamento...

Anonimo ha detto...

recensici sempre forte questi libri Marco, "e non aver paura".
Katia