venerdì 1 luglio 2011

Nel paese delle donne

Un gruppo di donne fonda il Partito della sinistra erotica e vince le elezioni in un piccolo paese del Centro America. Viviana, la presidentessa, nel momento della massima spinta al cambiamento è vittima di un attentato e il paese resta con il fiato sospeso.  Nel paese delle donne, appena uscito in Italia per Feltrinelli, è un romanzo avvincente e ricco di provocazioni. Lungo il dipanarsi della ricerca dell'attentatore, Gioconda Belli inserisce molti livelli di lettura, senza mai far perdere al lettore il gusto del racconto.
"La nostra ideologia - recita uno dei punti forti del manifesto del neo nato partito - si basa sul «progetto felicità», cioè il tentativo di rendere tutti felici e di vivere tutti degnamente".

Faguas, ma non ci vuole molto a capire che dietro il paese inventato si nasconde gran parte del Nicaragua, terra natale della Belli, fa parlare di sé tutto il mondo per un governo a sola guida femminile. La vittoria del PIE è stata possibile grazie alla determinazione di Viviana e del suo gruppo di amiche. Non potevano lasciare Faguas in quelle condizioni. "Un paese sprofondato nello sconforto, con una popolazione rassegnata a tollerare qualunque infamia, sprigionava odor di carogna. Lei non voleva che sua figlia crescesse in mezzo al cadavere della civiltà, dei valori umani, dell'allegria".
Il romanzo racconta tante storie con una lettura al femminile della realtà. Viviana ne è la protagonista, ma incarna l'esempio del possibile riscatto. "La parola «magica» è CONTATTO. Tutti in contatto: toccarsi, sentirsi. Il cerchio è uguaglianza, partecipazione, è il ventre materno, femminile. Questo simbolo sottolinea la sua fede nell'importanza di sentire con il cuore e non soltanto con la testa".
È una vera rivoluzione. Con gli uomini fuori da ogni posto di responsabilità, ma anche costretti a fare i conti con quanto hanno finora vissuto le donne, che hanno dovuto subire ogni sorta di violenza, ma anche di denigrazione. "Nessuno giudica Van Gogh perché si è tagliato un orecchio, né Hemingway per essersi riempito la testa di pallottole. Nessun difetto fa scendere un uomo dal suo piedistallo, mentre ne basta uno piccolissimo per far sprofondare una donna in cantina".
Il romanzo di Gioconda Belli è pieno di allegorie, ma anche di grande realismo. C'è molto il suo paese, ma anche la sua storia di militante sandinista che si era battuta contro la dittatura di Somoza in Nicaragua. Il processo rivoluzionario aveva visto la nascita di un gruppo che si chiamava proprio Partito della sinistra erotica. Oltre alla lettura politica c'è quella letteraria, e qui la Belli descrive con precisione il suo pensiero che va ben oltre i confini del piccolo paese centro americano. Per farlo lascia parlare Emir, il compagno di Viviana. Un vero paradosso, ma il libro li esalta rendendo ancor più forte il pensiero che passa. "Oggi nei romanzi scetticismo e ironia sono il pane quotidiano. Gli scrittori latinoamericani del boom, che un tempo hanno scosso il mondo, adesso ridono di quello che erano allora. Non li biasimo. Le bastonate fanno male. Io non mi lascio conquistare da questa moda del cinismo, anche se devo confessarti che sono scettico. A questo punto direi che sono uno scettico costantemente in cerca di una ragione di non esserlo".

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