Per capire chi sono "vincitori e vinti nella guerra della velocità digitale"Michele Mezza scomoda tanta gente. E mica va a prendere i guru dell'information technology, ma il Pontefice con l'enciclica Caritas in veritate, Marx, Bauman e Castells.
L'autore vuole riflettere su cosa sia la rete, ma a lui interessa poco la tecnologia e lo dichiara da subito. Sono le news, bellezza "è il libro di un integrato. Ossia di un militante che si immerge nel flusso della Rete senza remore o resistenze".
Con grande onestà Michele Mezza dichiara di leggere la realtà con delle lenti precise. "Mi considero un marxista digitale, ossia un sostenitore delle maghifiche sorti e progressive dell'innovazione digitale, alla luce di quella metodologia sociologica che proprio Marx introdusse con la sua visione della liberazione dal lavoro, oltre che del lavoro, come approdo finale del processo di ricomposizione delle contraddizioni sociali".
La sua analisi parte proprio da una lettura sociale ed economica del fenomeno di internet. "La rete, questa è l'ipotesi di lavoro che si propone nel libro, altro non è che una nuova tappa di quel percorso dell'abilità e artigianalità dell'individuo interrotto dalla parentesi fordista. Un avanzamento nel percorso, sospeso e distorto dalla violenta sovrapposizione della potenza industriale verticale, che nel XIX secolo, rompe l'unità testa/mano nell'agire produttivo dell'uomo".
Una condizione che nell'ultimo decennio ha iniziato a mostrare segni di profondo cambiamento.
"La cultura dell'individualismo, - prosegue Mezza - iscritta nella società in rete, ricostruisce le relazioni sociali sulla base di individui autodefiniti che mirano a interagire con gli altri seguendo le proprie scelte, i propri valori e interessi, trascendendo attribuzione, tradizione e gerarchia. Un individualismo reticolare e cooperativo, che supera il primato dell'economicismo utilitaristico del capitalismo industriale, introducendo tra le motivazioni della produzione immateriale anche la semplice soddisfazione del pensare e dell'elaborare".
Non si tratta però solo della condizione economica, e per spiegarlo prende abbondantemente a prestitole tesi di Bauman. Secondo il popolare sociologo oggi "le lotte di classe sono state spinte fuori dalla scena, e il loro posto sul palco è stato occupato dalle lotte per il riconoscimento". Quindi, "non è più in gioco la forma da dare al mondo, dice ancora Bauman, ma la possibilità di essere parte del mondo, e di conseguenza non è il fine dell'azione quello che aggrag ma la sua dinamica".
Politica e informazione sono gli ambienti che vengono messi più in discussione. "La rete oggi vince perché siamo nella società dei simpatici e non più in quella dei narcisisti. Siamo nella nuova comunità che valorizza i confronti, e non in quella che assolutizza le performance. Siamo nela società che costruisce micro-leadership e non più platee plebiscitarie. Un pericolo per chi crede che la rete sia solo un megafono per voti o consumi".
Tutto questo si ripercuote con un forte impatto anche sul mondo dei media ed è evidente nella constatazione che oggi "le notizie vengono prodotte da chi le consuma".
Non è la morte dei giornali, ma la loro profonda trasformazione, e Michele Mezza questo fenomeno lo conosce da vicino per il suo lavoro in Rai. Lui è molto critico proprio con la sua azienda che potrebbe realizzare progetti molto avanzati e che invece resta bloccata e incapace di cogliere le potenzialità che la rete offre.
Il libro ha il grande pregio di mescolare analisi e riflessioni filosofiche a un pragmatismo fatto di ricerca ed elaborazione. "Il patrimonio primario del giornale - afferma Mezza - diventa il saper leggere e usare la rete. Il giornale come artigiano collettivo che filtra e ricrea un suo know how tecnolocico. Il social media editor. Il giornale diventa così una macchina complessa, dove sono i contenuti a guidare la tecnicalità. Un motore di contenuti che accompagna nelle ventiquattr'ore l'utente all ricerca della «sua» notizia. Da testata a news brand, e, di conseguenza, da redazione esclusiva a centro di brokeraggio delle informazioni".
Un libro fondamentale per gli addetti ai lavori, ma anche per i politici, gli imprenditori, gli amministratori e per quanti vogliono capire di più quanto profonda sia la trasformazione che stiamo, giorno dopo giorno, vivendo.
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