"Pioggia e sole cambiano la faccia alle persone. Fanno il diavolo a quattro nel cuore e passano e tornano". Sono passati venti minuti quando Francesco De Gregori si sposta al piano e intona Sempre per sempre. Dentro il teatro l'emozione cresce e milleduecento persone diventano una cosa sola con il palco.
Lassù la magia della musica si ripresenta con due fantastici artisti, tra i più grandi interpreti e autori della musica italiana. Dalla e De Gregori hanno fatto tappa anche a Varese per il loro lunghissimo tour "Work in progress".
Chi poteva aver il timore di un revival, dopo Banana repubblic, la splendida tournée del 1979, è stato smentito. Nessuna nostalgia, nessuna malinconia, ma una carica di energia pura per oltre due ore e mezzo di canzoni una dietro l'altra. È lontano il tempo di Ma come fanno i marinai. Questi due signori, come due vecchi amici, uno alla soglia dei 70 anni (Dalla) e l'altro dei 60 (De Gregori) cantano le loro canzoni storiche, ma non si guardano indietro "scimmiottando" quelli che erano trant'anni fa. Sanno giocare con le loro voci e sanno di non poter strafare, ma il calore e l'intensità è tale che non c'è mai una sbavatura nelle loro interpretazioni.
Dalla e De Gregori hanno aperto il concerto con Tutta la vita per passare subito a un pezzo forte come Anna e Marco. I due cantautori erano in gran forma, con una sintonia vocale, ma non solo quella. Hanno cantato insieme quasi tutte le canzoni mescolando le loro voci in modo perfetto. Il pubblico ci ha messo poco a scaldarsi, e sono arrivati applausi su applausi per Viva l'Italia. E da lì un vero crescendo fino a La valigia dell'attore e poi La donna cannone, pezzi da far accorpanare la pelle.
Canzoni che hanno trent'anni sembrano composte ieri, conservando tutta la freschezza che viene valorizzata ancor di più dalla grande capacità di Dalla e De Gregori, e con loro, sul palco, da sei musicisti e due vocalist.
Quattro bis con una Rimmel rivista e riarrangiata e a chiusura Balla balla ballerino.
Un grande concerto, una grande serata per Francesco De Gregori e Lucio Dalla e per i milleduecento spattatori.
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