venerdì 19 novembre 2010

Ciao Adriana Zarri

La notte scorsa è morta Adriana Zarri. Una donna dolcissima. Teologa straordinaria. Ho nel cuore Erba della mia erba, uno dei suoi libri dove raccontava della sua vita monastica al Molinasso.

Queste sue parole descrivono la sua visione della morte.
"Non mi vestite di nero: è triste e funebre.
Non mi vestite di bianco: è superbo e retorico.
Vestitemi a fiori gialli e rossie con ali di uccelli.
E tu, Signore, guarda le mie mani.
Forse c’è una corona.
Forse ci hanno messo una croce.
Hanno sbagliato.
In mano ho foglie verdie sulla croce, la tua resurrezione.
E, sulla tomba, non mi mettete marmo freddo con sopra le solite bugie che consolano i vivi.
Lasciate solo la terra che scriva, a primavera, un’epigrafe d’erba.
E dirà che ho vissuto, che attendo.
E scriverà il mio nome e il tuo, uniti come due bocche di papaveri".

"Da poco più di trent'anni Adriana Zarri, 91 anni, teologa progressista e saggista, viveva in un cascinale di campagna in totale solitudine, seguendo uno stile di vita austero che si può definire monastico. - Scrive Davide Pelanda su Nuovasocietà. - Era una sorta di eremita. Una scelta radicale presa nel settembre 1975 che comunicò agli amici: con una lettera ella annunciava un trasloco non «dovuto a motivi pratici - scriveva - ma a causa di una scelta di vita eremitica. La mia nuova residenza sarà infatti una vecchia cascina solitaria, dove trascorrere i restanti anni della mia vita nella preghiera e nel silenzio».
No, non era diventata «(...)un misantropo inavvicinabile - come scriveva ancora in quella lettera - non è nemmeno necessariamente un recluso che non possa, di tanto in tanto, muoversi ed incontrarsi con la gente, che non possa soprattutto ricevere chi venga a condividere qualche ora della sua solitudine e a fargli dono della sua amicizia: ché, anzi, l'ospitalità è sempre stato carisma monastico. L'eremita è semplicemente uno che sceglie di vivere da solo perché nella solitudine ha il suo momento privilegiato d'incontro».
Il suo primo eremo fu una cascina chiamata Il Molinasso nelle colline canavesane poco distante da Ivrea, poi da quindici anni a questa parte la sua nuova casa, una rustica cascina d'epoca, sorgeva in località Crotte, a pochi chilometri da Strambino. A un tiro di schioppo – ironia della sorte - da Romano Canavese, paese che ha dato i natali al Segretario di Stato Vaticano monsignor Tarcisio Bertone".

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