Ci sono foto che possono far male. Possiamo metterle nel cassetto o strapparle. Possiamo provare a rimuoverle, ma quelle immagini torneranno a tormentarci. E allora conviene guardarle in faccia, analizzarle e riprendere il cammino partendo da lì.
Nell'ordine, la nostra immagine in giro per il mondo, è stata quella di "un anno rosso shocking" in cui la provincia in fatti di cronaca nera non si è fatta mancar niente. Questa definizione del maggior quotidiano nazionale fa male, ma tanto è. Omicidi, famiglie sterminate e tanto altro ci hanno accompagnato come mai era successo negli ultimi anni.
Non fa meglio, anche se il piano si sposta sulla satira, lo sberleffo di Michele Serra sul settimanale per cui scrive. Partendo dai problemi di Malpensa il giornalista scrive che "Varese dispone di centinaia e centinaia di case, due giardinetti pubblici con scivolo e altalena, una sala biliardi e un coiffeur per cani. I funzionari dell'Unesco, in visita a Varese, si sono detti disposti a concedere, al massimo, lo status di gruzzolo dell'umanità". Un'invettiva pesante che ha fatto scattare il sindaco che ha querelato Serra.
E l'anno si chiude con la classica classifica del maggiore quotidiano economico dove la nostra provincia in fatto di qualità della vita perde posizioni su posizioni.
Queste sono foto che raccontano un pezzo della realtà che per fortuna è fatta anche di ben altro. Quello però che preoccupa di più è il crescente rancore che si avverte ovunque. Cittadini sempre più arrabbiati, sempre più ostili, meno accoglienti, meno attenti, meno tolleranti.
Così basta una semplice coda in auto per scatenare commenti da far accarponare la pelle. La politica si trasforma in una corrida, in un clima da bar sport in cui si fa solo il tifo e si azzoperebbe volentieri l'avversario. Il diverso diventa il pericolo che al massimo può essere accettato solo se utile. I simboli diventano sostanza anche in presenza di contraddizioni inverosimili. Si difende la Croce e si dimentica la bellezza dei messaggi e dell'azione del Figlio dell'uomo.
Varese non è solo questo, ma a forza di non guardare le foto che ci turbano, facciamo finta che non ci siano e l'effetto finale è che il rancore cresce e con questo la paura del futuro.
Il miglior augurio per il 2010 è allora quello di una comunità che recuperi la fiducia del futuro e scacci le paure. E possiamo farlo. Abbiamo tutte le carte per poterlo fare. Guardare alle cose con occhi diversi e non fermarsi solo all'apparenza. Riprendere a progettare e a condividere sogni e speranze."Quando ritorno in me, sulla mia via,a leggere e studiare, ascoltando i grandi del passato… mi basta una sonata di Corelli, perchè mi meravigli del Creato".
È così il bello supera il rancore e ogni paura del futuro.
Tanti auguri a tutti noi.
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