Il Carroccio si è perfettamente integrato nel sistema ed entra a mani basse nelle stanze dei bottoni. Non c'è niente di male in tutto questo, basta saperlo e riconoscerlo. Funzionava così nella prima Repubblica, funziona così nell'era berlusconiana di cui la Lega è protagonista.
Semmai resta qualche dubbio sulla coerenza. Perchè quella dove andrà a lavorare Paragone è la stessa Rai di cui non si doveva pagare il canone, stando ai programmi e ai progetti della Lega. Anzi, possiamo dire, senza paura di essere smentiti, che in questi anni la tv di stato è peggiorata e ha perso in smalto, progetti, ascoltatori e professionalità. Certamente non solo per colpa del Carroccio, che comunque ormai da quindici anni, in un modo o nell'altro, è nelle stanze di via Teulada.
Il voto negativo del presidente Paolo Galimberti la dice lunga sul metodo spartitorio messo in atto dai partiti per dividersi le poltrone in Rai senza nemmeno valorizzare le professionalità interne. Come vanno le cose in questo paese si vede da tempo. Basta guardare i bilanci delle aziende di uno degli uomini più ricchi del mondo che guarda caso, oltre a essere il padrone dell'impero tv concorrente della Rai, è anche il capo del governo.
Gianluigi Paragone è bravo e simpatico, ma non basta per diventare vicedirettore della maggiore rete di tv nazionale. Visto il sistema, non c'è niente di male che vada lui in quel posto. Basta sapere perché e a nome di chi starà in quelle stanze.
Poi con la stessa sincerità gli auguriamo di smentirci e di gestire al meglio quel servizio. Non solo per il Nord o il più piccolo centro del varesotto, ma per tutto il Paese.
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