Sono stato quattro giorni a Madrid. Impossibile condensare emozioni, sensazioni in poche righe. Mi limito a poche riflessioni. La Spagna è colpita in modo violento dalla crisi economica e dal terrorismo. Prorpio mentre ero nella capitale l'Eta è tornata ad uccidere con un attentato sanguinario contro un importante poliziotto.
Malgrado questo c'è un clima vivace, allegro. Si avverte la voglia di vivere, di partecipare, di incontro. Madrid è una città sicura e la paura non condiziona la vita di nessuno.
Gli occhi da turista possono ingannare, ma ho avuto la possibilità di incontrare persone che vivono lì e con cui scambiare opinioni. Sensazioni confermate poi da amici appena rientrati da altrettanti viaggi a Barcellona.
La Spagna di oggi somiglia molto al nostro paese di 30 - 40 anni fa dove si cantava, ci si incontrava e si viveva con maggiore semplicità. Oggi in Italia domina una cultura asfittica e soprattutto una generale sfiducia che insieme con un certo decadimento morale è il peggiore dei mix possibili.
E allora mi torna alla mente quello che disse Thierry Dieng a un dibattito sull'immigrazione. "Sono andato via dall'Italia per qualche anno e quando sono tornato non cantava più nessuno".
A proposito di libertà e di Spagna, alcune possibili risposte sono nel bell'articolo di Juan Arias pubblicato da El pais e Internazionale.
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