giovedì 27 giugno 2013

Obama a Dakar e l'emozione dei senegalesi

Riprendo parte di un post di ieri di mio cugino Mouhamed Giampaolo Di Gregorio perché lui vive a Dakar e la sua storia è un crocevia di scelte e di consapevolezze che permettono di guardare con altri occhi all'Africa e all'Islam.

"Arriva Obama, e come prassi, e come fecero Clinton e Bush, si recherà a Gorée, sull'isola degli schiavi, dove partirono in catena 6 milioni di africani verso l'america e verso il fondo del mare. Nesuno nel mondo occidentale ha ancora eretto un monumento per loro, ma Obama, come Clinton e Bush, avrà la sua foto da mostrare ai nipoti un giorno. Ho sentito oggi la fierezza di tanti giovani per l'arrivo di Obama, la consapevolezza che questo piccolo e straordinario paese dove il 96% è di religione musulamana, da spesso lezioni di democrazia a molti. So che alla fine, bianchi o neri che siano, i presidenti Usa sono soprattutto presidenti Usa, educati e costretti all'imperialismo nel mondo. Ma vedere il primo Presidente Usa nero a Dakar...suscita un pò di emozione. L'ambascaita Usa a Dakar è impressionante, dicono sia una delle più grandi del mondo. Bush l'ha iniziata e l'ha terminata Obama. Il controllo dei cieli e dei mari dell'Africa ora è pressochè realizzato. Rimane l'emozione dei senegalesi e la festa straordinaria che satsera faranno ad Obama e Michelle".

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