domenica 13 maggio 2012
Ometepe e il fascino intatto
Ometepe lascia sempre un segno in chi la visita. La mia prima volta, un anno fa, quando ancora non vi avevo messo piede, ero scettico di fronte alla guida che la ritiene la settima meraviglia naturale del mondo. Mi ricredetti subito sul mio scetticismo e ora ne sono ancora più convinto.
Questa isola ti accoglie con tutta la sua bellezza e ti culla con un senso di pace.
Sarà per la presenza dei due vulcani, il Concepción con la sua forma conica perfetta e i suoi oltre milleseicento metri, che esercita tutto il suo fascino, ma il Madera non è da meno.
In questa seconda visita abbiamo scoperto che a far paura non è il primo, ancora attivo e i cui fumi spesso sovrastano la vetta, ma l'altro che nel cratere ha una piccola laguna ricolma di acqua. Nelle stagioni di pioggia record c'è il timore che le pareti impregnate non reggano e possano spaccarsi lasciando uscire tutto il liquido e trascinando così l'immenso materiale fino alle piccole comunità che vivono alle sue pendici.
Un racconto appassionato di don Guillermo, il parroco di Altagracia, che avevamo conosciuto a mollo nell'Ojio de agua, una meravigliosa piscina naturale alimentata proprio da canali sottoterra dalla laguna del Madera.
Tre giorni sono stati l'occasione per visitate tante altre cose e anche incontrare e conoscere gente del posto. Il piccolo museo El Ceibo, sperso nella campagna tra Moyogalpa e Santa Teresa ha due sezioni: una dedicata alla moneta e l'altra a diversi reperti archeologici.
L'area numismatica è raccolta in quattro piccole stanze, ma la sua organizzazione è perfetta e permette di conoscere molto del nicaragua. A ogni cambio di presidente cambiano le banconote e così la visita parte con Ortega e si sviluppa fino al 1912 quando per la prima volta venne coniato il cordoba. Due tappe danno il senso di cosa sia stato il Continente latino: la prima è una banconota di dieci milioni di córdobas del 1989 nel pieno della guerra con la contra e con una inflazione galoppante a tre cifre. La seconda poco più di un anno dopo quando Violeta Chamorro decise un nuovo corso della moneta portando a parità il cordoba con il dollaro. Due immagini della distanza dalla vita reale dei nicaraguensi. Basti pensare che quel governo iperliberista privatizzò tutta l'economia e annullò tutta l'azione rivoluzionaria dei sandinisti. Venne smantellata l'intera rete ferroviaria.
Tornando a Ometepe, appena si sbarca appare un gigantesco cartello che dà il benvenuto alla "isla digital". L'isola così alla fama di riserva naturale e biologica vuole aggiungere anche quella tecnologica. Così colpiscono altri giganteschi manifesti posti all'esterno di alcune scuole. Grazie ai contributi della Parmalat, tutti i bambini dell'isola avranno un proprio computer con cui poter lavorare. E le scuole sono un segnale tangibile su Ometepe. Ce ne sono tante e alcune nelle comunità più sperse, anche se per raggiungerle spesso i bambini devono camminare per oltre un'ora.
L'isola si sta riempiendo anche di offerte turistiche. Ai classici giri sui due vulcani, impresa comunque impegnativa per le lunghe ore di cammino che richiede, si stanno aggiungendo tante attività e anche l'apertura di nuovi locali. Proprio sotto il Madera a balgue incontriamo il caffè campestre. Di proprietà di un inglese, ci lavorano due ragazze della comunità. La prima ha 29 anni, la sua collega dieci meno e il loro racconto dà uno spaccato perfetto di come scorra la vita per molte di loro. Una terza conoscenza a Merida, in un piccolo chiosco dove si noleggiano le bici, ci permette di capire ancora di più. Ventinove anni, tre figli, il più grande di 15, è contenta perché vive ancora con il marito. La nina più piccola va a scuola e tutti i giorni si fa più di due ore di cammino per andare e tornare.
La vita di queste ragazze mi fanno pensare molto. La loro semplicità che le permette di vivere con poco, sempre sorridenti e accoglienti sembra dare un calcio alle tante sovrastrutture con cui noi siamo soliti dover fare i conti, spesso senza averne nemmeno la consapevolezza. Al tempo stesso però, come spesso accade, si evidenzia in tutta la sua forza anche l'altra faccia della medaglia che non è data solo dalla povertà di mezzi e occasioni, ma da alcuni drammi che condizionano e non poco la vita delle comunità e prevalentemente quella delle ragazze. Il machismo imperante e culturalmente dominante lascia segni indelebili. Poco più che bambine molte ragazze si ritrovano con figli e poi in condizione umane di grande precarietà. Spesso per gli uomini è cosa ordinaria picchiare le proprie compagne quando non le abbandonano anche prima di veder nascere i propri figli.
Lo scarto emozionale tra le ragazze e i ragazzi qui è enorme.
Ci imbattiamo anche in un raduno delle chiese protestanti evangeliche. Da questa parte non sono particolarmente forti, ma si stanno diffondendo ovunque. L'impatto psicologico su persone semplici alla ricerca di risposte che semplici non sono trova terreno fertile a chi sembra invece darne. La religione è un affare colossale perché le comunità destinano il dieci per cento alla propria confessione e così i pastori proliferano e ne arrivano sempre di nuovi.
Ometepe cambierà in fretta perché arriva l'aeroporto. La pista è quasi terminata e c'è da scommettere che questa darà un impulso forte al turismo. Una pista che sarà essa stessa motivo di viaggio perché corre tra il lago e il vulcano Concepción. Una striscia di asfalto in mezzo a platani e banani. Nel frattempo proseguono i lavori per sistemare l'inaccessibile (o quasi) strada che corre intorno al Madera. In un anno sono stati ultimati oltre due chilometri e sistemati altri 4-5.
Ci si innamora di Ometepe e con questa di alcuni posti. Villa Paraiso è uno di questi. L'hotel non è certo popolare, ma mantiene intatto il suo carattere nicaraguense fornendo comunque un servizio impeccabile. Malgrado il lago si porti via pezzi di spiaggia, questa resta ampia e molto simile a quella marina. Abbiamo beneficiato di un tempo splendido con gli occhi per aria a gustare un cielo fitto fitto di stelle in una cornice davvero da sogno.
A chiudere le riflessioni un cibo semplice e delizioso o divino come dicono da queste parti. Molto pesce, ma anche carne asada nelle fritangherie di Altagracia. Succhi naturali di ogni tipo e tanta frutta a completare pasti, colazioni e merende da leccarsi i baffi.
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