giovedì 10 maggio 2012

Cosa fare delle nostre ferite?

"L'unico modo per cominciare ad accettare l'altro e l'alterità altrui - può sembrare un paradosso, ma non lo è - è cominciare ad accettare la propria alterità: cominciare ad accettarsi anche se non si è «perfettamente adatti», anche perché la sensazione di non essere adatti ce la portiamo dietro tutti... e non passa mai... "
Michela Marzano, nel suo libro Cosa fare delle nostre ferite. La fiducia e l'accettazione dell'altro, tratto da alcune lezioni, ed edito da Erickson, entra in un tema delicato e affascinante. Lo fa partendo dalla propria esperienza e racconta quello che ha dovuto affrontare nella sua vita.
"Se dovessi riassumere la mia vita in una frase, per lo meno così è stata fino a una ventina di anni fa, direi che si è trattato della storia di una «riuscita»".

 Il sintomo del suo disagio e dell'abisso che le si era aperto è stata l'anoressia. Ne parla nel suo libro Volevo essere una farfalla. Qui si ferma a una parte dei temi trattati in quel volume.
"Il solo modo per uscire dal vicolo cieco in cui ci troviamo oggi è quello di restituire alle ferite la loro vera dimensione, non foss'altro perché è proprio la loro presenza a indurci a prestare fiducia agli altri, ad abbandonarci a loro, e a costruire insieme a loro un mondo differente. Il che significa trasformare le ferite che ci abitano nel nostro punto di forza, trasformarle in ciò che permette alla fiducia reciproca di manifestarsi e di «creare un legame» con gli altri".

La Marzano va dritta a un altro tema centrale del nostro vivere quotidiano: la paura.
"Colui che è capace di controllare la paura degli altri diventa poi «signore della loro anima». È questo che c'è dietro al tentativo e la volontà di strumentalizzare la paura. Perché più si strumentalizza questa paura, che è propria di ciascuno di noi, più si controlla l'anima dei cittadini, diventando il padrone assoluto delle loro coscienze".
Da farsi venire i brividi pensando a come la nostra società giochi tantissimo su questi temi senza che nessuno parli della necessaria consapevolezza di quanto stiamo vivendo.
La paura è agitata in continuazione e anche i media sono protagonisti, probabilmente del tutto in modo ignaro, del continuo alimentare questo sentimento che di fatto blocca tutto.
La Marzano non si limita ad analizzare e spiegare, ma fornisce delle vie di uscita molto chiare.
"I comportamenti compulsivi posti in essere per combattere la paura spesso non fanno altro che generare un'angoscia ancora più grande. Il meccanismo finisce per autoalimentarsi in una escalation progressiva della paura. In un siffatto contesto, la fiducia può intervenire per interrompere questo circolo vizioso, reintroducendo nel mondo la possibilità della speranza, inducendo ciascuno a scommettere nuovamente su se stesso, sugli altri e, più in generale, sul futuro".
Malgrado qualche ripetizione dovuta alla fonte orale e quindi meno preparato per diventare un piccolo libro, questo lavoro di Michela Marzano è da leggere per la sua lucidità e per la chiarezza con cui spiega le cose.

1 commento:

L'omino con la chitarra ha detto...

... interessante, anche se nel mio percorso di lavoro interiore, attualmente sto lavorando ad altre cose...