e del fronte sandinista non ne sapevamo ancora niente.
Ernesto Cardenal, come Pedro Casaldaliga, Leonardo Boff, Frei Betto e altri entrava in alcune delle nostre case e con lui questa mitica isola: Solentiname.
La Cittadella editrice, che allora traduceva i libri di tanti dei teologi della liberazione, aveva permesso di entrare in contatto con quel sacerdote, poeta, mistico, seguace di un altro grande Thomas Merton.
Insomma, sono arrivato a Solentiname con un carico di ricordi lontani, ma mai sopiti. L'isola è ormai l'emblema delle contraddizioni, le nostre e quelle di una rivoluzione ormai lontana. La mitica chiesetta, a cui stanno lavorando scegliendo la stagione peggiore per rifare il tetto, è a pezzi e tutta la struttura ne sta pagando conseguenze forse letali.
Di quell'atmosfera con Cardenal che viveva tra la comunità di pescatori e contadini non restano che i ricordi lontani perché nel frattempo divisioni, ripicche, e profondi dissensi hanno cambiato totalmente le condizioni. Quella mistica sembra interrotta per sempre, ma fa pensare molto alla forza che aveva allora la Parola di Dio.
Altro che internet, altro che potenza della comunicazione interattiva. Lì c'era qualcosa di più profondo e intenso. Messaggi che arrivano dritti ai cuori di milioni di persone portando speranza e fiducia.
Non sono sepolti, anche se non bastano certo rievocazioni o tour operator a farli rivivere.
Nessun commento:
Posta un commento