È davvero forte La vita oscena. Intriso di un dolore così forte, quasi accecante, che all'inizio ti toglie il fiato. Altro che non si può rappresentare, raccontare, come dice l'autore in un'intervista con Daria Bignardi. Lui ci riesce benissimo. Ti ci senti in quella morsa terribile che quel bambino e poi giovanissimo uomo si è trovato a dover vivere.
Un grande coraggio a mettere in scena la sua terribile storia. Una storia che dimostra quanto sia sottile il confine tra inferno e paradiso, tra vita e morte, tra elevazione (attraverso la poesia) e disperazione (attraverso la ricerca di ogni cosa più sfrenata).
Le parole dalla metà del libro in avanti corrono feroci, dirette, dure, senza sconti su tutto quello che è stata la discesa agli inferi, da cui poi però è riemerso.
Difficile, ma importante, La vita oscena è un inno alla vita, alla poesia anche quando sembra solo trivialità e annullamento.
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