"Vada a farsi fottere". Lo scatto rabbioso e liberatorio di Massimo D'Alema passerà alla storia. Non è stato un bello spettacolo. Ancor meno quello offerto dal premier, quando in una conferenza congiunta con il responsabile dell'Ocse ha affermato che in Italia c'è perfin troppa libertà di stampa.
La politica ha smarrito il senso e un certo giornalismo provocatorio e fazioso non fa che alimentare rancori e divisioni. La puntata di ieri sera di Ballarò è stata l'esempio del corto circuito che stiamo vivendo. Si discute di moralità e di rapporti tra affari spregiudicati e politica e il vice direttore del Giornale (lo stesso dell'affare Boffo) non trova di meglio che accostarlo a vicende di ben altro tenore portando all'esasperazione Massimo D'Alema che lo insulta dicendo a Sallusti “la pagano, per questo! Le manderanno qualche signorina”.
Parole gravissime che un politico di alto profilo rivolge a un giornalista, che seppur fazioso e al servizio di una testata di parte, sta svolgendo il proprio lavoro. È il frutto di un'esasperazione inverosimile dove un ministro dà le dimissioni e non risponde alle domande dei giornalisti. Del resto ha un buon esempio dal suo capo di partito e anche del Governo.
Un pezzo della trasmissione di ieri sera resta comunque inquietante, perché anziché informare si trasforma in un setting da psicanalisi, se non fosse che Floris fa il giornalista e non il terapeuta.
Ancor peggiore però è lo spettacolo che offre il premier parlando di troppa libertà di stampa. Di quale stampa parla? E di cosa ha da vantarsi?
Fa bene a tutti ricevere i complimenti dell'Ocse sul lavoro della protezione civile, ma parliamo dello stesso organismo per cui siamo in fondo alle classifiche per cultura e scolarità e per tante altre cose. Faremo meglio a occuparci di questi temi anziché continuare a scambiarci pugni in questo ring rabbioso.
Altro che troppa libertà di stampa. Il premier vorrebbe che tutto funzionasse come le sue televisioni e il suo giornale che non trova di meglio da fare che demolire le persone.
Abbiamo bisogno di un'informazione libera, ma davvero "con la schiena dritta" perché altrimenti è a rischio eccome la democrazia.
La politica è una cosa seria, ma non sta dimostrando il meglio di sé e non è certo per colpa dei giornalisti.
Tutto questo teatrino arriva nello stesso giorno in cui un ex assessore (che era da tutti dichiarato innocente) ha patteggiato una condanna per le responsabilità che gli venivano imputate. Di fronte a questo, ancora dentro il tribunale, il giornalista gli ha chiesto se tornerà a fare politica.
Abbiamo davvero tutti smarrito il senso. Ritroviamolo in fretta altrimenti non basteranno tutti gli psicanalisti in Italia per uscire da questa situazione ridicola e pericolosa.
1 commento:
Se il "lavoro" di un giornalista come Sallusti è destabilizzare i suoi interlocutori (del suo capo avversari politici)...
Quell'espressione è sicuramente stata usata da D'Alema in risposta a una SENSAZIONE MOLTO SGRADEVOLE provocata da un giornalista ESASPERANTE.
Quando il disagio raggiunge un livello incontrollabile, succede che la persona reagisce con un atteggiamento repulsivo...
D'Alema ha sbagliato, ma non ha cominciato lui...
Invece chi aveva detto che chi gli votava contro erano tutti "coglioni" lo aveva fatto esternando un pensiero suo fisso, e incollando un dispregiativo a tanta gente... senza che l'indignazione di ascoltatori e lettori lo sommergesse...
D'Alema è molto più affidabile di chi organizza la vita degli altri togliendo loro risorse per il proprio svezzo.
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