Un affresco su questa nostra Italia. Il film di Daniele Luchetti attraverso la vita di Claudio e della sua famiglia mostra tanti vizi del bel paese. Lo fa senza giudizi, senza pretese di spiegare niente.
Il protagonista, interpretato da un grande Elio Germano, fa il muratore a partita iva. Sembra felice e vive un rapporto di profondo amore con sua moglie Elena e i due figli. La gravidanza avanzata non toglie il desiderio alla giovane coppia che ha un'intesa forte. Claudio non immagina quale tragedia gli sta per capitare. Elena muore di parto. Il neonato Vasco sopravvive.
La vita di Claudio spensierata e guidata da un parziale rigore di su moglie ha una svolta quando incontra una donna rumena. Decide di fare i soldi e di permettere così ai figli di avere ogni oggetto da loro desiderato. Per farlo entra in un meccanismo di illegalità e di espedienti. Luchetti è abile perché niente è estremo. Claudio cerca di fare quello che può con i figli, i suoi operai, la sua famiglia. Viene aiutato ma tiene per se tutto il dolore. Non ha dimestichezza con alcune emozioni e la vita rimane solo quello che conosce che vede.
"La vita va così" e non pensa che possa esser diversa. A modo suo è accogliente ma è quasi "analfabeta" rispetto ad alcuni sentimenti e situazioni.
La nostra vita è un film importante, con una buona sceneggiatura e interpretazione ci fa entrare in pezzi di vita di un'italia dove sembra non esserci più spazio per il bene comune e per la comunità e dove ognuno si deve trovare le proprie risposte solo personali. Se c'è
chi poi paga pazienza perché la vita va così.
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