Abbiamo bisogno di sognare, di sentir scorrere il sangue delle passioni, di leggende. E il cinema, di fronte alle incognite del futuro si rifugia nella storia. O ancor meglio nel suo intreccio con
la leggenda.
Agora e Robin Hood appartengono entrambi a questo filone. Guarda caso dove la ricerca della verità, della giustzia e della libertà fanno passare quasi in secondo piano le carneficine.
Agora narra di Ipazia, la grande filosofa di Alessandria d'Egitto che intorno al 400 dc vide tramontare prima gli ultimi seguaci degli dei e poi scacciare gli ebrei a vantaggio di un cristianesimo ormai religione di stato. Fanatismo e miseria si mescolano alla ricerca della verità sul sistema solare e sul funzionamento della terra e degli astri. Religione, politica, cultura e amori segnano il destino di una generazione dove sembra trionfare solo la violenza.
Il duo Scott - Crowe di Robin Hood è una garanzia e non tradisce le attese. Un mix di Gladiatore e Salvate il soldato Rayan ma il film tiene grazie a un ritmo a cui il regista ci ha abituati.
I fedeli della storia storceranno il naso, ma Scott ha puntato tutto sulle emozioni e sulla netta separazione tra buoni e cattivi.
Due film che non sono solo di svago, anche se non lasciano molto oltre quello. Meritano di esser visti anche se c'è davvero da riflettere su un periodo storico per il cinema che, salvo rare eccezioni, più che di terrorismo, fantasy e leggende ha davvero poco da proporre. Se la cava
quasi meglio il tanto bistrattato Made in italy.
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