Andrea Camilleri si diverte e con Il nipote del Nugus torna a ricostruire pezzi di una storia, per lo più inventata, come aveva già fatto con La concessione telefonica.
Lettere, fax, documenti, articoli di giornale intervallati da conversazioni tra i vari protagonisti di una vicenda surreale.
Siamo tra l'agosto del '29 e il gennaio del '30. Il nipote del Negus decide di fare la scuola mineraria a Vigata. Il duce e vari personaggi del regime vogliono cogliere l'occasione per farsi belli con gli abissini. "Se i fatti più importanti, - racconta Camilleri in chiusura del suo lavoro, - quale il tentato coinvolgimento del Principe nelle intenzioni espansionistiche di Mussolini o le vicende delle sue tresche amorose o la sua beffa finale, sono del tutto inventati, rimane pur vero il clima di autentica stupidità generale, tra farsa e tragedia, che segnò purtroppo un'epoca".
Camilleri nel ricostruire queste vicende ci infila tanti gustosi sberleffi. Un'ironia sottile che diverte e al tempo stesso fa riflettere.
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