domenica 7 marzo 2010

Siamo in dittatura?

"Tecnicamente si può già parlare di dittatura. Forse non ce ne siamo ancora accorti perché siamo abituati ai colonnelli greci o alla giunta militare cilena. Ma quello che conta è la sostanza, non la forma.
Oggi è inutile mandare i carri armati per prendere il controllo delle principali reti televisive, basta cambiare i direttori. Non serve far bombardare la sede del parlamento, è sufficiente impedire agli elettori di scegliere i parlamentari.
Non c’è bisogno di annunciare la sospensione di giudici e tribunali, basta ignorarli. Non vale la pena di nazionalizzare le più importanti aziende del paese, basta una telefonata ai manager che siedono nei consigli d’amministrazione.
E l’opposizione? E i sindacati? Davvero c’è chi pensa che questa opposizione e questi sindacati possano impensierire qualcuno?
Gli unici davvero pericolosi sono i mafiosi e i criminali, ma con quelli ci si siede intorno a un tavolo e si trova un accordo. Poi si può lasciare in circolazione qualche giornale, autorizzare ogni tanto una manifestazione. Così nessuno si spaventa. E anche la forma è salva".
Giovanni De Mauro, direttore di Internazionale

1 commento:

Carlo Cattorini ha detto...

Ecco perché noi cittadini elettori dobbiamo preferire le alternative ai prodotti del PdL.
Ecco perché noi cittadini elettori dobbiamo votare chi incentiva il ricambio generazionale e la pluralità.
Ecco perché noi cittadini elettori dobbiamo smettere di avvallare uomini che hanno interessi personali propri e propongono di curare gli interessi pubblici e personali altrui.
L'Italia è un Paese meritato dagli Italiani nel quale il potere (decisionale, economico, mediatico) va distribuito, cioè un po' di potere decisionale a qualcuno, un po' di potere decisionale a qualcun altro, un po' di potere decisionale a qualcun altro ancora e così via senza che alcuno abbia la maggioranza assoluta da solo, e la stessa distribuzione va fatta anche per il potere economico e per il potere mediatico.
Nessuno in Italia può dire "lo Stato sono io", finora.