Il film gioca sulle figure dei vari personaggi della famiglia pescando a piene mani da alcune situazioni tipiche della commedia all'italiana. C'è una scena a tavola con il compagno, tre amici gay di Tommaso (un bravissimo Scamarcio) e la tutta la famiglia, che da sola vale tutto il film. Si ride, si riflette, si ragiona su una situazione che sembra inverosimile e che forse proprio non lo è. Bravo Ozpetek perchè Mine vaganti, dopo aver aperto il sipario con Le fate ignoranti, narra in modo fantastico vissuti, pregiudizi, paure ed altre emozioni rispetto alla "diversità" da cui per fortuna non si guarisce. E "la normalità è proprio una brutta parola" come dice la splendida nonna saggia, un po' il grillo parlante della casa.
Da vedere assolutamente.
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