Nel giro di poche ore e di pochi chilometri, il 20 marzo, ci saranno tre importanti iniziative.
Nel pomeriggio taglio del nastro per il BAFF, ovvero il festival del cinema di Busto Arsizio.
La sera il concerto di Mario Biondi a Gallarate per inaugurare la nuova galleria d’arte moderna, e per finire la cerimonia di chiusura con premiazioni per i Cortisonici, festival dei corti, che parte proprio oggi e porta a Varese centinaia di partecipanti da tutto il mondo.
Qualcosa sta cambiando. Occorre iniziare a usare le lenti giuste, ma da un po’ di tempo si inizia a respirare un'aria nuova. Cultura, arte e tempo libero si sono scrollati di dosso tanta polvere e il nostro territorio torna a mostrare elementi di eccellenza anche in questi delicati settori.
Il BAFF e i Cortisonici portano Varese anche fuori dai confini nazionali e a loro si associa ora MA.GA, la nuova galleria d’arte.
Ora però viene da chiedersi per quale ragione ognuno faccia per sé. Una riprova è il fatto che tutte queste proposte si realizzino nello stesso periodo senza alcun coordinamento.
La cultura, come altri settori, ha preso i “vizi” del nostro territorio. Non si riesce a superare questa dannata “sindrome del pasticcino” dove, piuttosto che unire le abilità, si preferisce tenersi ben strette ricette ed ingredienti e farsi tanti bei dolcetti singoli invece di una buona torta insieme.
Questo modo di lavorare fa parte della nostra identità con tanti bravi solisti, bravi maestri pasticceri, un esercito di piccole imprese. Tutto però troppo all’insegna di logiche campanilistiche e di uno sfrenato senso di gelosia per la propria creatura.
Può andar bene anche così, ma occorre saperlo e smettere poi di lamentarsi della poca attenzione che hanno le nostre iniziative su scenari fuori dalla provincia.
Per valorizzare ancora meglio quanto stiamo facendo, e renderlo davvero un servizio di qualità per tutto il territorio, è necessario che ogni organizzatore metta i propri strumenti a disposizione di un grande direttore di orchestra che sappia valorizzare tutta la bravura di ogni solista.
C'è spazio per tutti, ma è necessario che ci creda chi ha i mezzi per costruire il palcoscenico. Vendere le salamelle o offrire cene di alta cucina, far dormire in un bed & breakfast o in una suite farà poi parte di quel risultato economico che per ora sembra un miraggio. I grandi eventi sono occasioni d’oro anche per promuovere il territorio.
La Provincia dovrebbe avere quel ruolo di direzione. A questa si devono aggiungere le imprese, le associazioni, i media, i singoli cittadini. L'imperativo ora è crederci ognuno con le proprie caratteristiche e ognuno con la propria creatività. Non si deve per forza rinunciare ai pasticcini, ma mettiamo insieme le forze. Potremo così fare una torta straordinaria e sarà un piacere per tutti conoscerne ingredienti, impasti e cottura per continuare a sfornarne.
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