martedì 12 gennaio 2010

Nude e crudi

"Oggi mi sembra evidente che la nuova grande mutazione antropologica che ha investito l'Italia sia cominciata alla fine degli anni settanta e che sia determinata in modo diretto dagli imponenti cambiamenti indotti nelle forme di comunicazione dall'avvento della televisione commerciale".
Questa non è una grande scoperta, come ammette Sandra Puccini, autrice di Nude e crudi, Donzelli. Proprio qui sta però la parte migliore del suo libro. L'antropologa analizza il "femminile e il maschile nell'Italia di oggi" come recita il suo sottotitolo.
Lo fa con alti e bassi sia nella scrittura, a volte troppo forbita e un po' professorale (si veda le righe sopra), che nei contenuti. Il libro resta però un ottimo lavoro. Il prologo (I gabbiani sull'altare della Patria) e l'epilogo (maschere e volti) da soli meritano tutta la lettura.
La prima parte sui nuovi modelli e nuovi stili di vita è magistrale. Il racconto si snoda con chiarezza ripercorrendo le tappe di come è cambiato il nostro paese e di come questo sia rappresentato perfettamente proprio nell'immagine del femminile e per riflesso anche del maschile.
La seconda parte risente di una tesi che la Puccini doveva dimostrare ed è meno interessante. Non basta un capitolo sugli sms o l'analisi dei libri di Moccia o quelli di Melissa P. A tratti emerge anche un certo fastidioso moralismo velato da un bisogno di indagine.
Resta comunque un grande merito per Sandra Puccini. Ci offre pagine che permettono, oltre alla conoscenza degli sviluppi della comunicazione, anche una riflessione sui modelli e su stili di vita che molti italiani hanno fatto loro e che vanno ben oltre l'immagine. Sono diventati valori o disvalori, a seconda dei punti di vista. Intrecciare queste pagine con quelle di Goffredo Fofi, La vocazione minoritaria, e con lo spendido e massiccio Patria di Enrico Deaglio, permette di guardare al nostro Paese con occhi più consapevoli.

Nessun commento: