lunedì 9 marzo 2009

Il pane di ieri

Che delizia il libro di Enzo Bianchi. Ne avevo regalato due copie a cari amici e poi non ho resistito e me lo sono comprato. Cento pagine di riflessioni, semplici, asciutte e profonde. Riporto solo due passaggi perché credo che sia un libro che va letto. È l'atmosfera che riesce a raccontare Bianchi che rende incantevole il racconto.
"La nostra fame non è solo di pane ma anche di parole che escono dalla bocca dell'altro: abbiamo bisogno che il pane venga da noi spezzato e offerto a un altro, che un altro ci offra a sua volta il pane, che insieme possiamo consumarlo e gioire, abbiamo soprattutto che un Altro ci dica che vuole che noi viviamo, che vuole non la nostra morte ma, al contrario, salvarci dalla morte".
E poche pagine oltre parlando del vino dice che è una "bevanda esigente perché richiede a chi la beve lo sforzo di liberarsi dalla schiavitù dell'efficienza esasperata per abbandonarsi alla gratuità senza la quale la vita è priva di sapore; bevanda che invita a cantare la vita."

1 commento:

Marco Castellani ha detto...

Lo sto leggendo adesso, e condivido davvero quanto dici.

Combinazione, ho trovato il tuo commento su Anobii esattamente dopo aver letto una frase che tu riporti ("bisogna che un Altro ci dica che vuole che noi viviamo"...) che ha colpito molto anche me.

Un saluto
Marco