domenica 1 febbraio 2009

Educare alla vita

Anche oggi abbiamo avuto la razione di barbaria quotidiana. Tre giovani a Nettuno hanno voluto provare emozioni forti e così hanno prima massacrato di botte e poi dato fuoco a un indiano. L'uomo non morirà, ma la sua vita è stata stravolta.
Stiamo giorno dopo giorno degenerando. Altro che emergenza nazionale per i clandestini. La vera emergenza è un percorso di educazione sentimentale. Un corso permanente su tutti gli scenari possibili che rimetta al centro il valore della vita. Ma non chiacchiere, ma azioni precise. Ognuno con la propria parte. Serve positività, ma anche la consapevolezza che le polemiche ora servono solo ad alimentare un clima asfissiante e negativo. Non possiamo però far finta di niente. Si parta dalle pene. Ai tre carnefici (uno ha appena 16 anni) del giovane indiano non si facciano solo aprire le porte del carcere, ma vengano previste pene sociali alternative. Nelle scuole e nei posti di lavoro si aprano confronti sulla forza e importanza dei sentimenti e sul senso della vita.
E visto che a quancuno infastidiscono alcume parole, vedi razzismo, usiamone pure altre, ma la sostanza non cambia.
A forza di alimentare un clima di odio e ostilità i risultati non possono che essere questi. A forza di far finta che si tratti sempre e solo di "quattro imbecilli", questi, guarda caso, si moltiplicano ogni giorno.
Anni fa era di moda tirar sassi dai cavalcavia, ora bruciare i "barboni". Forse cari signori qualcosa che non va c'è. Altro che paese delle meraviglie.

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