martedì 23 dicembre 2008

La favola dei giornali

David Randall ha scritto un articolo per Internazionale raccontando "la storia di tutti i giornali del mondo e della battaglia che stanno combattendo per sopravvivere".
Ripercorre un'epoca e il bisogno di saper fare un "giornale della stessa qualità con solo due terzi del personale". E prosegue, "presto i giornalisti digiteranno gli articoli sui loro computer direttamente sulla pagina e controlleranno da soli che non ci siano errori, poi scriveranno anche titoli e occhielli. I capi servizio controlleranno il lavoro e interverranno solo se qualcosa non funziona. E i giornalisti dovranno saper fare molte cose diverse."

Se non avessimo a che fare con un mostro del giornalismo verrebbe da sorridere. Leggere l'articolo di Randall fa capire davvero quanto sia cambiato il mondo e quanta sia la fatica di chi lo ha visto sempre da una parte.
L'epoca dei giornalisti con gli autisti, gli alberghi cinque stelle e le case a disposizione per gli inviati saranno solo un ricordo. E questo potrebbe anche essere una vera fortuna. I giornalisti non possono più pensare che tutto cambi tranne la loro professione. Chi di noi ha la fortuna di lavorare con internet sa bene che quello che scrive Randall è già ealtà altro che il futuro. Solo i "privilegiati" possono vantarsi di aver chi gli batte gli articoli.
E ancora una volta di più credo che se non ci si muove e velocemente per alcuni la realtà diventerà davvero un brutto incubo. E continuo a credere che Internet, come dice Del Frate porterà anche danni, ma tanto è. Non farci i conti non renderà meno duro il futuro di quanti nostalgicamente vorrebbero ancora le gerarchie e la filiera del lavoro così come racconta Randall. Internet non è il futuro ma il presente; è uno straordinario medium e i cambiamenti sono solo all'inizio.

1 commento:

Tonino ha detto...

Ammazza dico io, e che giornalismo è quello delle macchine con autista e gli alberghi a cinque stelle? il giornalismo del potere?