Trovarsi dopo trent'anni dalla maturità con i vecchi compagni di liceo aveva dei bei rischi, ma andavano corsi. Del resto lo avevamo già fatto altre volte, ma ormai erano passati dieci anni e chissà come eravamo cambiati.
Un'emozione unica, forte, intensa. E a cinquant'anni le cose si vedono davvero con occhi diversi. L'incontro è stato una bella festa. Ore passate insieme dense non di nostalgie, che solo qua e là facevano capolino, ma di interesse vero per le vite dei vecchi compagni i classe. Una prova del fatto che proprio in quell'età si sviluppa e definisce la propria identità. Come si fosse puri, senza tante esperienze che poi renderanno più forti, più acciaccati più maturi o vissuti, ma in un certo senso anche più inquinati.
Oggi non abbiamo vissuto di ricordi e nostalgie, ma di emozioni per quello che eravamo e siamo. E lo stupore di molti per l'intimità subito ritrovata, ma anche per la semplicità con cui ci si relazionava ha fatto sentire quanto poi si sia rimasti così tanto simili a quelli "scolaretti" più o meni diligenti di quei fantastici anni '70.
Quella mitica VF del liceo Ruffini di Viterbo, proprio nell'anno terribile del rapimento e della morte di Moro, oggi qua e là ricordato nei momenti più drammatici, ha lasciato davvero i segni a tanti di noi che non hanno avuto paura di confessare che quelli sono stati forse gli anni più belli. Vero o meno restano importanti per la capacità di stare insieme, di crescere insieme e condividere una fase meravigliosa della vita.
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