martedì 11 novembre 2008

Streghe e fantasmi

Un editoriale pubblicato oggi su Varesenews.

Oggi verrebbe facile dire "avevamo ragione". Basterebbe riprendere di nuovo le parole del ministro Maroni che oggi ha affermato che "Varese rimane una città sicura".
Non vogliamo però sorvolare sui cento commenti che i nostri lettori hanno lasciato dopo l'editoriale di ieri. Sono loro il termometro vero di chi vive in città. E per tanti che hanno applaudito alla nostra voce fuori dal coro, c'è chi si è indignato sostenendo che Varese non è affatto sicura e che noi vivremmo in un altro paese.
Non ci interessa entrare nelle dispute politiche. La sicurezza dei cittadini non è di destra o di sinistra, non è leghista o statalista. La sicurezza è un diritto sacrosanto perché senza di quella non si vive bene. Bene, allora il nostro compito è informare, comunicare, sentire gli umori e raccontare. Per farlo studiamo i dati, giriamo per la città, parliamo con i cittadini, con le forze dell'ordine e con chi ci amministra. Noi abbiamo il potere e il dovere di fare le domande e poi raccontare.
A Varese, come si scriveva ieri, non è tutto rose e fiori. Ci passiamo anche noi dalle stazioni e vediamo il degrado a cui sono sottoposte alcune aree della città. Nessuno vuole nascondere il disagio che vivono alcuni cittadini, ma è proprio per questo che occorre reagire alla paura. E per farlo occorre anche conoscere le cose.
A Varese, lo ripetiamo con forza, sono anni che non ci sono reati gravi. La microcriminalità c'è, ma questa per terribile che sia non fa sentire meno sicura una città. Non è vero che non si può uscire di casa. Varese è cambiata e mai come adesso la sera c'è gente che passeggia in centro. Ci sono poi fenomeni sociali che generano maggiore insicurezza perché ogni volta che si ha a che fare con il cambiamento, con una diversità viene richiesta a tutti una maggiore fatica.
Di fronte a una società che diventa multietnica le paure sembrano più giustificate, ma quello che assistiamo oggi in fatto di trasformazioni del tessuto sociale è niente a confronto di quello che si vedeva negli anni sessanta nel momento di massimo cambiamento da una società agricola a una industriale. Allora erano i "terroni" oggi sono i "negri" a far paura. Allora però i reati erano esponenziali e non a causa dei meridionali, ma proprio per le mutazioni sociali che disorientavano e producevano con queste fenomeni anche delinquenziali.
È il cambiamento che genera paura. Si tratta ora di capire che fare. Le ricette sono diverse. Noi non solo non facciamo finta di niente, ma riteniamo che la sicurezza non sia solo questione di ordine pubblico. Non si tratta di esser "buoni". Si tratta di credere in valori precisi e comportarsi di conseguenza. È l'accoglienza una risposta. Questa va accompagnata anche da fermezza, ma non dalla mannaia che si vorrebbe abbattere su chiunque è diverso da noi.
Erri de Luca, in un passaggio di un libro con l'alpinista Nives Meroi, racconta che nella Napoli del dopoguerra molti quartieri erano infestati di fantasmi. La gente tutta credeva nei fantasmi. Edoardo De Filippo ironizzava su queste credenze popolari e ci fece anche delle commedie. Con la scomparsa della fame e dell'estrema povertà poi scomparvero anche i fantasmi.
Che più o meno è quello che diceva Voltaire alla fine del '700. "Le streghe hanno smesso di esistere quando noi abbiamo smesso di bruciarle."

1 commento:

Anonimo ha detto...

Marco hai fatto un grande editoriale.
Ciò detto, m'è recentemente capito di soggiornare a Verbania e lì ho visto un'iniziativa fatta per incrementare la sicurezza: un'assicurazione del comune sui danneggiamenti da aggressione o sulle efrazioni di appartamenti.
Questo mi ha fatto pensare, ormai sono assai "avvezzo" alla questione scelte "politiche" diverse che inducono "azioni" diverse e indirizzi sociali "differenti". Non è cosa di poco conto, anzi a mio parere influenza pesantemente la nostra vita e il tipo di "uomini" che siamo e saremo.
La giunta a Verbania è di sinistra e per lei le "cose" sono infondo e dopotutto solo "cose" e quindi per incrementare la sicurezza le tutela con un'assicurazione.
La destra manda l'esercito in piazza, per lei il danno alle "cose" riguarda reati cui "l'opinonie pubblica" è più sensibile, quindi li "percepisce" come molto "intrusivi" e "lesivi" e quindi anche i reati di "piccola criminalità" richiedono una maggiore presenza delle "forze dell'ordine".
Boh... io sò cosa per me è meglio ma boh...
cmq... grande editoriale! :)
Dario :)