Sono passati appena quattro mesi da quando il ministro Maroni, in una conferenza stampa affermò che "in provincia di Varese non ci sono particolari allarmi, la microcriminalità è nella media. Ma noi vogliamo ridurre ancora di più i pericoli".
Non parole in libertà, ma a seguito di una riunione del comitato per la sicurezza.
A Varese i reati di sangue della gravità pari a quello di domenica sera se ne vedono davvero pochi. E per fortuna. Non è certo tutto rose e fiori, ma il grido di allarme che già si sta levando va fermato e per farlo occorre guardare ai numeri e non alle emozioni. Sono questi i momenti in cui occorre responsabilità da parte di tutti. Non serve a nulla gridare, né tanto meno alimentare paure.
Non possiamo sottovalutare il bisogno di sicurezza dei cittadini. Qualche problema esiste eccome, ma si chiama accoglienza e attenzione ai bisogni reali delle persone. Delle persone tutte. Le leggi ci sono e vanno fatte rispettare. Chi delinque va perseguito con fermezza. Punto e basta. Altrimenti si assisterà a provvedimenti "creativi" e ne abbiamo già avuto diverse prove della loro efficacia. Ricordate Varese città sicura voluta dall'ex sindaco Fumagalli? Mise in piedi un vero e proprio cinema per bloccare "quattro straccioni" ai semafori e intanto veniva accusato di favorire un'immigrata clandestina ricercata dalla polizia. Reato per cui è ancora indagato dalla magistratura varesina per non rispetto della legge Bossi Fini. Il risultato è che oggi l'ex sindaco fa il consulente per il comune di Milano e pontifica ancora sulla stampa, mentre si multa per migliaia di euro chi vende per pochi spiccioli non arrecando danno a nessuno.
Abbiamo troppa stima nel sindaco di Varese per credere che vorrà anche lui associarsi a questi modi di fare. Guardiamo in faccia le cose per come sono. Il tristissimo episodio di domenica sera non ha nulla a che fare con allarmi, ma con regolamenti di conti tra disperati. Persone che vivono ai margini di una società che continua a considerarli "feccia". Se partissimo da una diversa considerazione delle persone avremmo fatto il miglior passo avanti sulla sicurezza.Una sera, fuori dal teatro Condominio a Gallarate, in un casuale incontro con il sindaco Mucci si parlava proprio di come una diversa attività nelle città sia la migliore risposta di ordine pubblico.
Le stazioni sono lasciate all'incuria e diventano luoghi pericolosi? Più che di elicotteri, telecamere e ronde basterebbe animare quei luoghi e renderli accoglienti e non per gli immigrati, ma per i cittadini tutti.Non soffiamo sul fuoco. Non serve a niente se non ad alimentare le logiche del "ministro della paura".
Non ne vogliamo far parte perché se vincesse, saremmo tutti meno sicuri e solo più impauriti.
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