lunedì 10 novembre 2008

Il ministro della paura

Sono passati appena quattro mesi da quando il ministro Maroni, in una conferenza stampa affermò che "in provincia di Varese non ci sono particolari allarmi, la microcriminalità è nella media. Ma noi vogliamo ridurre ancora di più i pericoli".
Non parole in libertà, ma a seguito di una riunione del comitato per la sicurezza.
A Varese i reati di sangue della gravità pari a quello di domenica sera se ne vedono davvero pochi. E per fortuna. Non è certo tutto rose e fiori, ma il grido di allarme che già si sta levando va fermato e per farlo occorre guardare ai numeri e non alle emozioni. Sono questi i momenti in cui occorre responsabilità da parte di tutti. Non serve a nulla gridare, né tanto meno alimentare paure.
Non possiamo sottovalutare il bisogno di sicurezza dei cittadini. Qualche problema esiste eccome, ma si chiama accoglienza e attenzione ai bisogni reali delle persone. Delle persone tutte. Le leggi ci sono e vanno fatte rispettare. Chi delinque va perseguito con fermezza. Punto e basta. Altrimenti si assisterà a provvedimenti "creativi" e ne abbiamo già avuto diverse prove della loro efficacia. Ricordate Varese città sicura voluta dall'ex sindaco Fumagalli? Mise in piedi un vero e proprio cinema per bloccare "quattro straccioni" ai semafori e intanto veniva accusato di favorire un'immigrata clandestina ricercata dalla polizia. Reato per cui è ancora indagato dalla magistratura varesina per non rispetto della legge Bossi Fini. Il risultato è che oggi l'ex sindaco fa il consulente per il comune di Milano e pontifica ancora sulla stampa, mentre si multa per migliaia di euro chi vende per pochi spiccioli non arrecando danno a nessuno.
Abbiamo troppa stima nel sindaco di Varese per credere che vorrà anche lui associarsi a questi modi di fare. Guardiamo in faccia le cose per come sono. Il tristissimo episodio di domenica sera non ha nulla a che fare con allarmi, ma con regolamenti di conti tra disperati. Persone che vivono ai margini di una società che continua a considerarli "feccia". Se partissimo da una diversa considerazione delle persone avremmo fatto il miglior passo avanti sulla sicurezza.Una sera, fuori dal teatro Condominio a Gallarate, in un casuale incontro con il sindaco Mucci si parlava proprio di come una diversa attività nelle città sia la migliore risposta di ordine pubblico.
Le stazioni sono lasciate all'incuria e diventano luoghi pericolosi? Più che di elicotteri, telecamere e ronde basterebbe animare quei luoghi e renderli accoglienti e non per gli immigrati, ma per i cittadini tutti.Non soffiamo sul fuoco. Non serve a niente se non ad alimentare le logiche del "ministro della paura".
Non ne vogliamo far parte perché se vincesse, saremmo tutti meno sicuri e solo più impauriti.

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