La città è tappezzata di manifesti di benvenuto. Colori e lingue da tutto il mondo. È una bella immagine e contiene un messaggio importante.
Varese è in fibrillazione e ora si inizia a percepire con chiarezza la dimensione mondiale che vivremo da oggi a domenica. Qualcosa che va oltre il semplice evento sportivo. Ci auguriamo che l’accoglienza non si fermi a un manifesto o ai muri ritinteggiati di fresco.
Non tutti però vivono questa situazione allo stesso modo. Si leva spesso un coro di critiche che vanno ben oltre i commenti di alcuni nostri lettori. Sembra quasi che le persone non si rendano conto della grande opportunità che vivrà il nostro territorio in questo periodo. Per un giorno non interessa nemmeno la dimensione economica della faccenda, che pure è importante. Guardiamola dalla parte di tutti i cittadini. I disagi sono assicurati, ma con questi anche la possibilità di incontrare gente da ogni parte del mondo. Sarà una grande festa e farebbe bene a tutti leggere cosa fu il mondiale del 1951. Il confronto non interessa tanto per motivi sportivi, ma per capire il clima che vive oggi il nostro paese. Diversamente da allora, dove la gente arrivava da ogni parte della provincia raggiungendo Brinzio anche a piedi, e l’entusiasmo era palpabile nel racconto di tutti quelli che c’erano, oggi assistiamo quasi sempre a un coro di proteste, sempre scontenti, sempre tristi e critici su tutto e tutti. Se Varese è morta perché è morta, se vive perché vive, se propone qualcosa perché lo fa e non va mai bene perché si poteva fare meglio. È tutto vero, ma anche tutto contraddittorio. Ed emerge quanto stress si viva e quanto le nostre vite siano diventate complicate oltre ogni logica.
Di questo, oltre alla dimensione personale, che resta la più importante comunque, sono responsabili in tanti. Ma è da qui che sarebbe bene iniziare una riflessione che vada oltre i mondiali. Ci farebbe bene a tutti. Da qui a domenica però proviamo a goderci un clima che apre le porte delle nostre case, ci fa uscire dalla solita stretta morsa del provincialismo e ci rende tutti protagonisti. Sarà poco, ma può aiutarci tutti a guardare le cose con un occhio diverso dal solito. Per critiche e complimenti aspettiamo lunedì prossimo e, comunque vada, grazie a tutti quelli che stanno lavorando per rendere possibile questo straordinario evento.
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