lunedì 11 agosto 2008

Olmi, la Lega e il filo spinato

Da un'intervista di Paolo d'Agostini a Ermanno Olmi pubblicata su Repubblica del 28 luglio 2008.
Dal suo osservatorio del nord-il bergamasco per nascita, Milano per gli annidi lavoro, Asiago dove ha vissuto-che cosa pensa della Lega, del suo radicamento territoriale e sociale?
«La Lega fa leva su un fastidio, un risentimento. Cosa l`ha alimentato? Quando le popolazioni anche del nord vivevano in uno stato quasi miserabile, l`unico che ti poteva salvare era il Padreterno. Tutti giù a pregare. Oggi fa sorridere, ma quel pregare era un modo per darsi un aiuto, come il canto degli schiavi negri. Quella società povera con la trasformazione industriale è diventata una società non sempre ricca ma pervasa da un benessere generale. Che c`è stato, per un momento. Si è sbagliato a fare i conti, a livelli alti della politica e dell`economia. Oggi si è di fronte a un baratro di possibile nuova povertà, avendo oltretutto distrutto la terra. Qual è il risentimento, allora? Tutte queste persone che oggi votano Lega ma nell`infanzia hanno vissuto quella povertà e hanno conosciuto il beneficio di un benessere sia pur fasullo, se lo vedono messo in discussione dal dover dividere la ricchezza con quelli che ricchi ancora non sono. Chi erano i kapò nei campi di concentramento? Gli stessi prigionieri. Quanti contadini sono diventati piccoli imprenditori? La Lega ha sfruttato il loro risentimento. Quando parlano di sicurezza intendono che colui che potrebbe sottrarmi qualcosa va allontanato. Parlano di sicurezza come dei kapò, mettendo il filo spinato».
Questo brano è ripreso anche da Concita De Gregorio su DRepubblica di questa settimana

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