Vabbè lo ammetto, mi ha appassionato. La prima volta è stata una faticaccia enorme, ma la Via Francigena ti entra dentro e resta lì in profondità. Mi sembra ieri quando un venerdì mattina sono uscito da casa per prendere il treno e arrivare a Berceto. Da lì al passo della Cisa e poi cammina cammina fino a Roma. Cinquecento sessanta chilometri passando da luoghi incantati che ancora mi scaldano. E Dio solo sa che razza di caldo faceva in quei giorni.
Il cammino ogni tanto bussa e chiede di esser accolto, ascoltato e vissuto. E così sabato rimetto gli scarponi e parto. La direzione stavolta è ancora più vicina a casa. Percorrerò le sette tappe lombarde partendo da Vercelli, che so bene non esser in Lombardia, e arriverò a Piacenza, che è in Emilia.
In mezzo, per la verità quasi alla fine dei 149 chilometri, attraverserò il Po con una breve navigazione. «A Santiago se lo sognano un passaggio così» mi ha detto Luca Bruschi dell’Associazione europee delle Vie Francigene quando gli ho raccontato che avrei fatto questa parte del tracciato dal Gran San Bernardo a Roma. A me interessa poco la competizione con spagnoli e francesi. Mi fa piacere promuovere questo cammino. Questa è una delle diverse ragioni dell’aver scelto proprio questa strada per una settimana di “vacanze”.
Un mese esatto dopo la chiusura di Expo inizierà il Giubileo. È un’occasione storica per il nostro Paese, per la crescita di pellegrini lungo l’antica via aperta da Sigerico nel 990. È una bella occasione anche per la nostra Lombardia soprattutto tenendo conto che il tracciato passa da piccoli borghi che rendono ancora più suggestivo il cammino che nel giro di pochi chilometri attraversa tre grandi fiumi come il Sesia, il Ticino e il Po. A questo si aggiunga che a Pavia è sepolto sant’Agostino che è stato anch’esso protagonista di pellegrinaggi che si stanno riscoprendo.
Promuovere la via Francigena significa dar valore agli incontri e ai tanti protagonisti che permettono l’accoglienza ai pellegrini. Significa anche condividere la strada con diversi attori della vita dei territori. Inizierò con un “pezzo grosso”, il Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni. Poi ci saranno tante altre persone che cammineranno con me e che scopriremo giorno dopo giorno.
Riprendo il cammino anche come scelta mia personale. Ho voglia di immergermi nuovamente lungo sentieri con un ritmo diverso da quello di una quotidianità sempre più frenetica. Non staccherò completamente perché stavolta sarà un pellegrinaggio meno solitario e anche con una meta parziale. Mio compagno tecnologico resterà sempre lo smartphone e basta. E sempre con questo racconterò ciò che vedranno i miei occhi, penserà la mia mente, ascolterà il mio cuore.
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