domenica 23 giugno 2013

La dolcezza e la grazia di Adele

Mi ha accolto come fossi un vecchio conoscente. Novant'anni, uno spirito da ragazza e un sorriso denso di dolcezza e curiosità. Adele Corradi non si fa tanti problemi, e mi chiede di aver un attimo di pazienza per cambiare le pile del suo apparecchio acustico. 
L'incontro con lei è nato da una serie di email dopo che, l'ultima professoressa e maestra di Barbiana, lesse la mia recensione al suo libro. Ero stato duro e un po' fuori dal coro, e questo l'aveva incuriosita. 
 "La questione non sono tanto i suoi ricordi, - scrivevo un anno fa - ma la scelta di dare alla stampa un affresco del parroco di Barbiana senza un minimo di altri elementi. Il libro, "Non so se don Lorenzo", diventa così un'opera da "addetti ai lavori" perché, per gli altri, una scrittura così piatta e piena di aneddoti su "uno scemo" potrebbero tracciare un profilo di un uomo ossessionato da tante cose, perfino dall'amore per i suoi figliocci, senza cogliere tutta la grandezza e profezia di don Milani".
Sono stato con Adele oltre un'ora. Un dono immenso, per chi come me ha avuto in don Milani un maestro. Avevo solo otto anni quando mori, lo stesso anno e pochi mesi prima di Che Guevara, un altro mito sessantottesco e a seguire. "Lettera a una professoressa", ancor più di "Diario in Bolivia" ha segnato la mia adolescenza. Il resto lo avrebbero fatto tutte le altre letture di, e su, don Lorenzo. 
Ogni incontro, prima l'intervista con Sergio Castellitto, poi con Agostino Burberi (Gosto per don Lorenzo), con Francuccio Gesualdi, e infine con suo fratello Michele, per l'inaugurazione del percorso didattico di Barbiana, mi hanno confermato circa la forza delle parole e dell'insegnamento del Priore. Persone magnifiche. Il primo per la passione e la cura che aveva messo nel recitare i panni di don Lorenzo. Gli altri perché sono esempi e testimonianze attive dei principi a cui si ispirava l'uomo e il sacerdote Milani.
Con Adele è stato un dono ancora più grande, più delicato e profondo.
"Sono arrivata là quasi per caso il 29 settembre del 1963 e da allora la mia vita non sarebbe stata più la stessa. Don Lorenzo era pieno di vita, anche se io lo conobbi sofferente e con il tempo segnato. Era simpatico e ogni sua riflessione era uno stimolo. Con lui non ci si annoiava mai". Adele racconta con serenità tante cose della vita a Barbiana. Non edulcora nulla di don Milani, ma si avverte quanto forte sia il suo amore per lui.  
Spero di incontrarla di nuovo. Questa volta con una diversa emozione, e con l'intento di raccontare e non tenere solo per me la ricchezza dei suoi ricordi, delle sue parole e delle sue riflessioni.
Il libro, seppur oggi ancor più convinto delle critiche fatte, lo sto rileggendo con altrettanta curiosità della prima volta. Mi parlerà in altro modo. E di questo ne sono felice.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ho conosciuto adele durante un campo con i comboniani nel 2006 in una casa famiglia a parma ispirata al grande don milani.
una meraviglia.......

daniele molinari