mercoledì 16 maggio 2012

I colori del caffè di Luis Rocha

Il fiore del caffè si fa attendere per un anno e poi tinge tutto di bianco solo per un giorno.
Luis Rocha va alla ricerca di un libro di poesie, tra i migliaia che ha nel suo studio, e con soddisfazione ci legge i versi.
Poeta, giornalista, uno degli intellettuali maggiori del Nicaragua, Luis Rocha ci aspetta nella sua casa all'interno della finca Extremadura tra San Carlos e Masatepe.
Una terra che non è fertile solo di platani, cocco, cacao e caffè, ma anche di personaggi letterari. Suo coetaneo, oggi settantenne, Sergio Ramirez nacque proprio a Masatepe.
Luis Rocha è in pensione da qualche anno, ma lavora tutte le mattine. Scrive e presiede il centro nicaraguense degli scrittori, ma soprattutto continua a occuparsi di cultura a diversi livelli.
È stato uno dei fondatori del Nuovo diario, il secondo quotidiano del suo paese, che nacque nel 1980 da un gruppo di giornalisti de La Prensa che non si riconoscevano più nel giornale che appoggiava la contro rivoluzione.
Rocha è accogliente, ironico e con il gusto della battuta. Una conversazione di oltre tre ore, aperta dalla notizia della morte di Carlos Fuentes, uno degli scrittori più popolari in America Latina. Un tour nella sua casa dove arte e natura si mescolano con una continuità che qui non stupisce. Si parla di pittura, di scultura, di poesia e di flora passando da una cosa all'altra con naturalezza.
Su una parete c'è una foto con Juan Carlos, il re di Spagna. "Ho perso quella con Giovanni Paolo II e andrò all'inferno per questo", ci dice scherzando. Il nome della sua finca è un omaggio a Mercedes, la moglie spagnola, e di lì anche il suo stretto legame con il paese europeo.
Ma è la storia del Nicaragua, la sua condizione politica, culturale e anche editoriale a scatenare la conversazione. Una passione forte che si esprime con chiarezza di posizioni e in modo critico verso l'attuale governo "Orteghista e non sandinista".
Conversare con Luis Rocha è un piacere a tutto tondo e il tempo corre senza rendersene conto. Si parla dell'intero continente latino americano. Si parla della scuola, dei giovani, del rischio di una possibile nuova guerra per cambiare le cose.
Intanto però è proprio la cultura a poter dare segnali chiari di cambiamento e per questo, per l'amore della poesia che Rocha sta lavorando per un premio entro la fine dell'anno.
Diventa buio e quel chilometro e mezzo in mezzo a una campagna ricchissima di alberi e di piantagioni di platani, diventa ancora più affascinante per quanto isolata dal resto del mondo.
La poesia di Luis era già iniziata dalla descrizione di come arrivare a casa sua. Un capolavoro di ironia e un riassunto del Nicaragua. Al km 46,5 tra due paesi girare a sinistra. La zona si chiama La estrella (la stella), poco più avanti si incontra un piccolo supermercato (da notare che la strada presa è non asfaltata e abbastanza sconnessa) ai cui lati si trovano molte persone "borrachas", ovvero ubriache. Non vi fermate a bere con loro... proseguite fino al bivio dove la strada sale con delle pietre. Lì prendere a destra e proseguire...
Insomma, la poesia parte da qui... non una via con un nome qualsiasi, ma dieci righe di descrizione. Non è solo casa sua ad essere indicata così, ma la sua carica inizia già dalla descrizione di come raggiungerlo.
Grazie Luis, le belle ore con te aggiungono dettagli a un affresco e un puzzle che colora sempre più in modo nitido questo quadro nicaraguense.

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