venerdì 22 luglio 2011

Splendida Gazzada. Evviva Nicaragua

Villa Cagnola dipinta da Bernardo Bellotto nel Settecento
Stamattina, complici gli effetti del fuso orario di ritorno dal Nicaragua, mi sono svegliato prima dell'alba e sono andato a camminare per la mia Gazzada.
A quell'ora regna il silenzio. Il paese è avvolto ancora nel sonno e le strade sono deserte. Sono arrivato fino a Villa
Cagnola restando incantato dall'atmosfera, dalla vista, dai profumi. C'è cura alle cose e si vede che negli anni si sono acquisite consapevolezze importanti come quella dell'arte ad esempio. La Pro Loco ha messo una targa, proprio di fronte alla villa, con una descrizione di due opere dipinte da quel punto da Bernardo Bellotto nel Settecento. Il nipote del Canaletto, come Stendhal in un suo famoso viaggio, era rimasto affascinato dal paesaggio che si vedeva di lì. Volle dipingerlo, prendendosi anche qualche libertà, e oggi quei due quadri sono a Brera.
Gazzada nel Settecento dipinta da Bernardo Bellotto 
Non è solo l'arte a stupirmi. L'architettura e l'amore per i giardini emergono in ogni lato (certo non mancano brutture che negli anni Sessanta sembravano voler far piazza pulita con ogni concetto di bellezza).
E poi l'operosità di questo territorio. Su ogni casa non manca una targa che non indichi una qualche attività economica e nella piazza della Chiesa è arrivato il primo furgone che sta montando tutto per il mercato settimanale.
Ho negli occhi, nel cuore, nella mente ancora il Nicaragua con le sue bellezze e le sue contraddizioni. Un paese povero con una storia, una cultura e una forza che potrebbe diventare un giardino e un luogo di esempio come sembrava poter essere 30 anni fa prima che venisse trascinato in una sporca guerra contro la rivoluzione.
Rio Papaturro nel Guatuzos a sud del Nicaragua 
Quelle contraddizioni da noi sono diverse, ma ci stano logorando da dentro. Sono ben rappresentate, sempre nella mia Gazzada, nei cartelli all'ingresso di un ampio piazzale dove, insieme con i divieti di sosta, inutili sbarre aperte e catene, si indica che ogni auto non autorizzata verrà rimossa. Uno spazio enorme, brutto, senza alcun gusto, ma con il marchio della proprietà che deve autorizzare. Basterebbe un po' più di cura. Quella che questo paese, nel suo piccolo sta continuando a coltivare purtroppo assediata però dal "non si può fare" o ti devo comunque "autorizzare".

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