"L'astensione che penalizza il Cavaliere (ma non i partiti identitari, come la Lega e il movimento di Di Pietro) precipita anche addosso al Pd. - Scrive oggi Ezio Mauro nel suo editoriale La partita da giocare, - Il che significa, molto semplicemente, che il principale partito d'opposizione non intercetta il malcontento dell'elettorato di maggioranza, e in più produce in proprio ragioni d'insoddisfazione. Dunque non funziona né l'opposizione, né la proposta di alternativa. D'altra parte il Pd si è esercitato principalmente, in questi mesi, nella costruzione di un "meccano" di alleanze, come se la politica fosse riassumibile dalla sola aritmetica, e come se l'identità e la natura di un partito non fossero più importanti di qualsiasi tattica. Gli elettori non sanno se il Pd è un partito laico, in un Paese in cui la Chiesa si muove come un soggetto politico; non sanno se è una forza di opposizione, con tutte le offerte di dialogo che alcuni suoi uomini specializzati rivolgono quotidianamente al Cavaliere, qualunque cosa accada; non sanno nemmeno se è di sinistra, in un Paese in cui la destra - e destra al cubo - mostra il suo vero volto in ogni scelta politica, istituzionale o sociale".
Prosegue con una serie di analisi e riflessioni e anche delle interessanti indicazioni al Pd. Chissà cosa ne penserà Bersani e il suo gruppo dirigente.
Viene spontaneo però un consiglio anche a Mauro, acuto e puntuale osservatore e narratore. Piantiamola di parlare del niente come l'uscita di Bossi di voler fare il sindaco di Milano e La Russa che gli risponde pure.
Nessun commento:
Posta un commento