venerdì 4 dicembre 2009

La prima linea

Il film di Renato De Maria racconta l'assalto al carcere di Rovigo per far evadere quattro detenute politiche tra cui Susanna Ronconi, la compagna di Sergio Segio. Attraverso la loro relazione si ripercorre la storia di Prima linea.
Un film asciutto, difficile che racconta una parte dei quindici anni del nostro paese che segnano una svolta profonda. Il regista, insieme alle parole dei protagonisti, fa parlare le immagini e rappresenta tutta la tensione e il dramma con un'assoluta assenza del bello. Ci è riuscito così bene che perfino Scamarcio (Segio) e la Mezzogiorno (Ronconi) risultano brutti o comunque raramente emerge la loro bellezza. Sono spenti, spesso inespressivi, duri, contratti. Vince il grigio e anche venezia e la campagna veneta appaiono piatti e senza colore.
L'altro aspetto che fa riflettere è la giovane età dei terroristi. Quando Segio, il "comandante Sirio" viene arrestato ha 28 anni. Lui sarà uno degli ultimi ad uccidere e l'ultimo a uscire dal carcere nel 2004.
La follia di questi giovani che volevano sovvertire il mondo si avverte ogni minuto che passa e di questo se ne fa interprete bene proprio Scamarcio che chiude il film con un primo piano dove lui si "assume tutta la responsabilità giuridica, politica e morale".
Gli anni di piombo hanno cambiato il paese e dobbiamo ancora farci i conti e questo film aiuta a riflettere. Tratto dal libro Miccia corta di Sergio Segio, da anni impegnato nel volontariato con diversi progetti e il Gruppo Abele, il lavoro di De Maria ha il coraggio di mettere le mani su qualcosa di doloroso e delicato.

Nessun commento: