giovedì 23 luglio 2009

Cinquanta

Una bella cifra tonda. Una tappa su cui riflettere e non per un giorno. Durante le vacanze dei primi giorni di luglio ho pensato molto alla strada fatta e a quella da fare ancora. La mia vita ha due centri: Viterbo, dove sono nato, ho parte della famiglia e ho vissuto fino a 19 anni e Varese da cui è iniziato tutto il resto.
Pensando a tutti gli anni in terra lombarda l'immagine che mi sento più appropriata è quella di un assolo. Il rullare di una batteria, l'armonia dei tasti di un pianoforte, il calore di un sax. Tutti suoni densi di passione, di fascino, anche di intensità. Per me questi traggono forza dall'insieme, dall'orchestra che prende e da energia in un gioco di scambio che rende tutta la melodia ancora più emozionante.
Assolo vuol dire uscire ogni tanto per esplorare altri confini, ma per tornare e portare il racconto, le visioni dentro l'universo collettivo. Assolo vuol dire dare spazio ai sogni, ai progetti, ai desideri, ma dentro una condivisione, dentro una ricerca che permette una crescita. Ognuno con le proprie caratteristiche, con i propri tempi, ma con un'idea comune di viaggio.
L'assolo richiede coraggio, passione, a volte perfin la solitudine di uno strumento che si sente "diverso" ma per poi ritrovare tutta l'armonia di una musica pensata non solo per lui, ma per ognuno che si sente parte dell'orchestra.
A cinquanta anni si inizia, e per la verità lo si è fatto da tempo, a guardare avanti a nuovi progetti, ma anche a quello che si è realizzato.
E così dico grazie. Grazie a quanti sono stati su quel sentiero, in quell'orchestra, a quanti hanno composto le melodie, a quanti magari non se la sono sentita di suonare ma sono stati lì a far le prove lo stesso, a quanti hanno suggerito e suggeriscono variazioni, a quanti fanno solo gli arrangiamenti e poi il loro lavoro è diverso, a quanti si mettono le cuffie e hanno la pazienza di star lì ad ascoltare e riascoltare per registrare, a quanti ci credono e perfino a quanti non solo non ci credono ma ironizzano su quei suoni.
Un grazie alle persone care, a quelli che non ho scelto ma che mi hanno permesso tutto questo. A quanti non ci sono più con i loro corpi, ma la cui energia è ancora tutta qui, intatta ad accompagnare giorno dopo giorno gli assoli e l'intensità di tutta l'orchestra.
Sono belli questi 50 anni e bella è stata la festa fatta con oltre cento amici che in questi trent'anni hanno scritto, cantato, suonato, recitato, condiviso, riflettuto, sognato insieme.

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