sabato 7 marzo 2009

Viva Guccini

È sempre una festa. Eravamo in quattromila, di ogni età, a cantare con Francesco Guccini. Quasi tre ore filate senza una pausa. Lui grande, o "alto" come preferisce definirsi, ha come sempre giocato con il pubblico. A Varese ha offerto un concerto più intimo. L'amore e il tempo sono stati i temi di fondo. E con questi la storia, non solo quella personale.
Vedi cara, Eskimo e Farewell sono le canzoni d'addio ad altrettante donne importnati della sua vita. Così come Tema, La canzone delle osterie di fuori porta, Incontro, Un altro giorno è andato quelle legate al tempo che passa.
Un Guccini in splendida forma, alla faccia dei quasi 69 anni. Un Guccini più "privato" che ripercorre con le parole e le canzoni un pezzo della sua storia. E questa non può esser isolata dal sociale, dalla politica. Non sono mancate così le canzoni più famose e anche le due inedite, La collina e Il testamento del pagliaccio hanno un contenuto politico forte.
La platea ha seguito con calore tutto il concerto facendo esplodere al massimo l'entusiasmo per Don Chisciotte, Cyrano e La locomotiva.
Una bella serata. Un clima particolare però, molto diverso da quello dei concerti di 20 o 30 anni fa non solo per le canzoni cantate. Non è una questione di malinconia, Guccini ci sa "giocare" molto con questo sentimento, non ne ha paura. È come se la "morte un po' peggiore" che riguardava qualcuno delle osterie di fuori porta avesse contagiato un po' tutti. Seduti davanti alla tv o a internet si esce e ci si incontra poco. Una società chiusa solo nel privato non cresce e a modo suo Guccini lo dice, lo canta e riesce a far passare emozioni forti.
Un video di Fabiana del concerto varesino




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