Mi abbandono a riflessioni "private", ma fanno parte di me quanto tutto il resto. Direi anche di più e così stasera scrivevo a un'amica: "sono tornato a casa a Gazzada. La tastiera è la stessa, il notebook è lo stesso, ma fuori non ci sono i miei pini marittimi e così resto diviso tra una Viterbo che sento ancora casa mia e una Varese che mi tiene in prestito. Ma ormai ci ho fatto l'abitudine".
Anche il viaggio di ritorno è stato ottimo. Il tempo ha concesso una tregua e dopo giorni di pioggia anche molto sole mi ha accompagnato per i quasi seicento chilometri. E lungo quelle sei ore ho risentito collaboratori e amici legati al giornale. Ho pensato alle cose da fare nei prossimi giorni. Ai miei figli e a tanti affetti che vivo in questa terra che mi accoglie ormai da trent'anni.
Pensieri privati, ma anche riflessioni su questa strana Italia. La settimana appena passata mette tristezza a chi come me ha in don Lorenzo Milani uno dei maestri. Siamo al trionfo dell'ipocrisia quando non della assoluta mala fede. E bene fa Concita De Gregorio a dire che l'attuale ministro della pubblica istruzione non sa nemmeno di cosa parla.
Mettiamo insieme solo tre dati e riflettiamoci.
1) Meno del 10% della popolazione italiana detiene oltre il 42% della ricchezza nazionale.
2) Il 36,5% della popolazione italiana è "analfabeta funzionale", ossia non sa distinguere tra decine centinaia e migliaia e non sa compilare un modulo elementare (dati di istituti pubblici di ricerche europee)
3) siamo il paese più vecchio del mondo
intanto però si taglia fondi nella ricerca e nella scuola.
Buonanotte.
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