mercoledì 22 ottobre 2008

Le palle su Facebook

Ma che due palle! Scusate un'espressione un po' forte, ma quando ci vuole ci vuole. Per tutto il giorno Il corriere della sera ha tenuto nella propria home page un articolo su Facebook. Pubblicato addirittura nella sezione Scienze è una summa dei soliti stereotipi, del solito "bla bla bla" di psicologi, terapeuti, ecc ecc. Si fa un bell'identikid e così tutti noi ci ritroviamo tra sei belle categorie e ognuno scelga tra: nostalgici, latin lover virtuali, cuori infranti, insoddisfatti, quelli della pubblicità, quelli con l'ater ego.
E io sono andato in crisi. Perché non appartengo a nessuna di queste categorie. E ora come faccio?
Ma insomma quando crescerà questo Paese? Quando la smetteranno anche i grandi media di considerare il web come un grande circo? Si poteva capire alla fine del secolo scorso, ma adesso non ci sono più scuse al pressapocchismo di tanti giornalisti. Un raduno di facebook a Roma non è una notizia fuori dalla rete, e male fanno i Tg nazionali a darne tanto spazio e fare clamore.
Facebook, come tanti social networ non sono il luogo del peccato, come "l'esperto" professor Tonino Cantelmi lascia credere. Cantelmi, oltre ai citati e prestigiosi titoli riportati dal Corriere, è diacono e si è reso famoso per i suoi scritti contro il mondo delle chat e dell'uso delle relazioni online. A questo si somma una vigorosa polemica per le sue posizioni sui gay. Libero di crederla come vuole. Libero anche il Corriere di intervistare chi vuole, ma spacciare posizioni nette e di parte come quelle di esperti senza avere almeno un'altra visione, sa tanto di semplificazione.
Il femomeno dei social network è ben più interessante e complesso dal poterlo liquidare come "una colossale illusione".
In Spagna sono più seri e i media fanno riferimento alle ricerche universitarie, che guarda caso vanno nelle direzione esattamente opposte di quanti del web continuano a parlare con toni apocalittici o sensazionalistici come si fa da noi.
A titolo di cronaca: sono su Facebook, lo uso poco, solo a volte mi diverte. Uso molti altri strumenti della rete e ci lavoro. Emozioni e passioni sono le parole che uso di più e non possono certamente fare a meno di colori e profumi e quindi richiedono contatti reali. Internet resta un potente strumento di comunicazione e non la scatola dei maghi.

15 commenti:

Pika Piketti ha detto...

Sono d'accordo! La bellezza di ritrovare persone che non si vedono da anni, di divertirsi, di comunicare a distanza... ci si deve interrogare sulle potenzialità di tutto questo. Non tutto deve avere sempre un lato negativo

Anonimo ha detto...

accidenti, ti sei proprio arrabbiato...
ma sei sicuro di passare poco tempo su Facebook??? no perchè per come te la sei presa, non si direbbe, ma soprattutto veramente non fai parte di nessuna categoria???
premetto che ti parlo da sfigata a sfigato... anche io sono su FB.
Non credi però di essere pressappochista anche tu?
Pensa, sarò strana, ma sono convinta che il web sia veramente un grande circo e perché no qualche volta può rappresentare anche il male.
Le categorie, dai sono troppo divertenti…. Non dirmi che non conosci un nostalgico o un latin lover ….La generalizzazione ovvia, ma in un’intervista breve uno che deve dire???
se vuoi numeri e metodologie le trovi sulle pubblicazioni serie
E poi che c’entra che è diacono????
Ps. Vuoi diventare mio amico su facebook?!?

Marco Giovannelli ha detto...

No, arrabbiato no, deluso (ma non mi stupisco più) si perché dal Corriere ci si aspetterebbe di meglio. Belle provocazioni le tue, ma ne sai più di quel che scrivi nel commento.
Su faccialibro ci passerò dieci minuti al giorno, lo stesso tempo del caffè. Niente di più, vai sul mio profilo e lo vedrai... ah già devi prima essere mia amica. E perché no... ma chi sei? :-)

Anonimo ha detto...

Reazioen un pochino esagerata!! Non ho fatto scritti "contro" le chat, ma sono stato (forse il primo) uno psichiatra che si è occupato molto dell'impatto della tecnologia digitalica sulla mente umana (esiste una associazione scientifica che è nata dopo ed è ufficialmente riconosciuta dalla Società Italiana di psichiatria). Poi è chiaro che degli studi (vedi l'ultimo, riportato in toninocantelmi.com e pubblicato sulla rivista Psychotec della Franco Angeli)i giornali e voi giornalisti ne riportate abilmente quello che colpisce l'immaginario e l'emotivo...
Un saluto agli "sfigati"...
Tonino Cantelmi

Anonimo ha detto...

Caro Tonino, confesso che, da psicologo psicoterapeuta quale sono, l'articolo del corriere mi scandalizza.
Tanto che ho deciso di spendere trenta minuti di tempo per documentarmi. Le evidenze empiriche (leggi articoli scientifici) dimostrano che la realtà va in direzione opposta a quella che tu sostieni: le persone che usano FaceBook sono sostanzialmente più sane, in termini psicologiche, di quelle che non lo usano. Ho riportato i risultati di 3 studi su un mio post, che ti invito a leggere ed a commentare.
Stefano Bussolon

Anonimo ha detto...

Caro Stefano, se FB è terapeutico lo è perchè risponde ad una preliminare crisi della relazione interpersonale, che caratterizza la nostra condizione. Ma il tutto è indubbiamente da leggersi in una prospettiva diversa: i nativi digitali saranno diversi? Cioè siamo alle soglie diuna mutazione antropologica, come sostiene qualcuno, che noi psichiatri predigitali interpretiamo con categorie che attengono ad una espressività psicopatologica predigitalica? Ecco, questo il punto. Il resto è balbettio (anche ilmio, come dico sempre). Un caro saluto! Tonino Cantelmi

Anonimo ha detto...

Volevo anche spiegare perchè tra i tanti blog ho scelto questo (e solo questo non potendo rispondere a tutti). Perchè miè sembrato moltointelligente il punto di vistadel giornalista di Maremma e la sua reazione, che indica la necessità sia di riformulare le modalitàinterpretative dei fenomeni digitalici, sia di riformualre la comunicazione fra predigitali e nativi digitali. Per esempio: la contestazione degli studenti di questi giorni si nutre di passaggi tra vecchie e nuove forme di comunicazione, che i rappresentati delleistituzioni non capiscono. Un caro saluto a tutti e magari incontriamoci al prossimo convegno (cercherò su questo blog di renderlo noto). Tonino Cantelmi

Anonimo ha detto...

Stefano mi chiedeva anche di commentare il post. Lo faccio brevemente: lui riporta studi che dimostrerebbero che FB aiuta i timidi,coloro che hanno bassa stima e difficoltà relazionali. Se posso rimanere sulsupericial-giornalistico dire proprio gli sfigati...E sono d'accordo: da anni scrivo che la tecnomediazione delle relazioni interpersonali risponde a problematiche di questo tipo (e non solo).Ma per me c'è qualcosa di più, che rende affascinante la relazione digitale. Non voglio più annoiarvi, Tonino cantelmi

Unknown ha detto...

@tonino
"Caro Stefano, se FB è terapeutico lo è perchè risponde ad una preliminare crisi della relazione interpersonale, che caratterizza la nostra condizione."
"Stefano mi chiedeva anche di commentare il post. Lo faccio brevemente: lui riporta studi che dimostrerebbero che FB aiuta i timidi,coloro che hanno bassa stima e difficoltà relazionali. Se posso rimanere sulsupericial-giornalistico dire proprio gli sfigati..."

Allora. Il mio punto di vista è semplice. Da una parte abbiamo delle opinioni, dall'altra degli studi sperimentali (o quantomeno empirici). Gli studi empirici non sono da prendersi come oro colato, ma tendono ad essere molto più realistici delle opinioni. La mia indignazione non è tanto su quello che si dice in merito agli utenti FB, quanto al fatto che sono semplicemente opinioni. Opinioni di persone di alto livello culturale, ma opinioni. Se leggi gli articoli che ho citato si evince che il fattore di personalità che maggiormente predice l'adozione e l'uso di fb è l'estroversione, che non è un indicatore di patologia ma, al contrario, un indicatore di forte predisposizione alla socialità, non certo i nerds, gli sfigati.
Secondo dato: gli studenti che usano di più facebook sono quelli che tendono ad avere, nei questionari, un livello di benessere psicologico migliore ed una rete sociale più solida.
Dunque: la tua opinione "risponde ad una preliminare crisi della relazione interpersonale" viene contraddetta dai risultati delle ricerche che cito.
Se tu conosci delle ricerche empiriche, con solide basi metodologiche e statistiche, che dimostrano una correlazione fra uso di fb (o dei social networks) e crisi della relazione interpersonale, ti prego di farmeli conoscere.

Stefano

Anonimo ha detto...

La prima ricerca sperimentale condotta in Italia è stata pubblicata in "La mente in Internet", ed. Piccin, 2000, da me curato.
Una seconda ampia ricerca sperimentale sui grandi utilizzatori di chat è stata pubblicata in "La mente voirtuale", ed. San Paolo 2003. La gran parte delle ricerche le trovi comunque pubblicate si "Il Giornale Italiano di Psicopatologia" (in collaborazione con la Cattedra di Psicologia Generale della Prof. Del Miglio, edita dalla SOPSI e sulla rivista della Franco Angeli "Psicotec", a cura della Soc. Italiana di Psichiatria. Inoltre ulteriori lavori li ho pubblicati in altre riviste. Se hai difficolà puoi inviare alla mia mail privata una richiesta con il tuo indirizzo e ti invierò copia di tutto. Un caro saluto, Tonino Cantelmi

Anonimo ha detto...

Un po' di pazienza, ancora un post poi smetto... Caro Stefano, l'indice "estroversione" nella nostra ricerca sul UADI è correlato alla ricerca di emozione (cioè è spesso correlato ad una modalità di sensation seeking e in più rilevazioni è correlato a forme di abuso della tecnologia).
Se hai ancora pazienza puoi intanto scaricarti l'articolo "Anatomia dei fenomeni psicopatologici internet correlati da www.toninocantelmi.com?

Marco Giovannelli ha detto...

Grazie a Stefano e Tonino per aver scelto questo blog su cui confrontarvi. Il tema è certamente affascinante e credo che la ricerca sia tutta aperta. Il mio punto di vista non ha alcuna pretesa di scientificità. Certo però che utilizzando gli strumenti di Internet e in più lvorandoci quotidianamente da 13 anni ho un osservatorio molto particolare. Varesenews è una realtà quasi unica in Italia, non tanto per i contenuti o il format, quanto perché è cresciuta con la diffusione del web nel nostro Paese e così abbiamo accompagnato molti cittadini nell'entrare nel mondo della rete. Personalmente poi ho vissuto questo sviluppo con entusiasmo, ma anche senza trionfalismi o fanatismi. Uso i social network da poco, mentre ho usato molto altri strumenti quali le chat, i forum e addirittura i newsgroup oggi ovviamente quasi morti.
L'idea che me ne sono fatta è che non si tratta affatto di sfigati e che le categorie usata nel famoso articolo sono assolutamente insufficienti. Chi usa Facebook non è pi bello o più brutto. In genere sono persone che hanno un'ottima capacità di socializzazione e utilizzano la rete perché rende molte cose più semplici. Le mode passano e il web le distrugge a una a una e resta solo ciò che veramente ha attinenza con il vivere quotidiano o che permette interazioni veramente affascinati. E se ci pensiamo bene anche noi siamo qui grazie a tutto questo. Il dibattito accademico è interessante, ma va fatto da chi devvrpo conosce, usa e partecipa in maniera serena e senza preconcetti la rete. Altrimenti il risultato si vede e serve solo a sollevare polveroni inutili.

Anonimo ha detto...

Caro Marco, è giunto il momento che nei consessi scientifici (oltre agli studi e alle ricerche solite) si dia la parola ai protagonisti della Rete; debbo dire che le reazioni di molti utenti di FB sono state insulse e soltanto sfoghi, ma ci sono state riflessioni interessantissime! Organizzerò un convegno in cui inviterò a confrontarsi psichiatri e i più importanti bloggers italiani. Ovviamente tra questi anche te. Spero anche in Mantellini, che da sempre è critico nei miei confronti (sin dalle prime battute del 1998!), ma che ritengo un blogger geniale. Ci risentiremo appena avrò più dettagli organizzativi. Tonino Cantelmi

Anonimo ha detto...

veramente non ho ben capito come ci si può divertire su facebook...visto ke in genere si aggiungono amici già noti e..datati! Ps: internet uno strumento (potente) di comunicazione? Mah. Al massimo, per qualche ricerca enciclopedica.
Saluti, Maurri 63

Massimo Albanese ha detto...

A me è successa una cosa strana...che mi obbliga a pormi alcune domandea anche su come funzioni il motore di ricerca di facebook.

In virtù del fatto che si è in FB con nome e cognome, conta anche "come si viene trovati".

Ecco la storia:
http://polpievolpi.blogspot.com/2008/11/chi-sono-io-secondo-facebook.html