Come vorrei che fosse un reality. E invece questo ministro c'è davvero. Parlo di Mariastella Gelmini. Il giorno dell'apertura della scuola in Lombardia ha coinciso con quello dedicato dall'Unesco alla lotta all'analfabetismo. Udite, udite. La neo ministra, insultata anche da Bossi, si preoccupa dei grembiuli e di introdurre il maestro unico alle elementari, motivando la scelta per motivi pedagogici, dopo che per giorni aveva spiegato che così facendo si possono ridurre 87mila posti di lavoro migliorando però qualità e retribuzioni. Nemmeno una parola sulla vera piaga di questo paese: l'analfabetismo. Quello vero e non quello già scandaloso evidenziato dal censimento.
Secondo alcune ricerche internazionali, riprese da Tullio De Mauro, in Italia oltre un terzo dei cittadini è "analfabeta funzionale". Siamo cioè di fronte a persone che non sanno distinguere i numeri, faticano a leggere un qualsiasi documento, non sanno complilare moduli.
Ogni tipo di indicatore culturale ci vede in fondo alle classifiche. Basti pensare che oltre il 65% dei cittadini non legge neppure un libro all'anno.
Per non parlare della dispersione scolastica o dell'abbandono.
E la ministra si preoccupa del voto in condotta, dei grembiulini e altre amenità.
Siamo proprio in buone mani.
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